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Premio Ghemme assegnato alla Ponti che compie 150 anni

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«L’azienda ha mostrato come, seguendo una strada ben definita, si possa avanzare mattone dopo mattone»

Ha portato il nome di Ghemme in Italia e nel mondo, ma senza mai perdere la sua connotazione familiare, con una costante attenzione al territorio: sabato l’azienda Ponti è stata insignita del premio “Ghemme 2018”. «Ponti rappresenta un’eccellenza: ha già ottenuto molti premi e sicuramente ne conquisterà altri – ha sottolineato il sindaco Davide Temporelli – ma ciò che più mi ha colpito, in occasione dei festeggiamenti per i 150 anni dell’azienda, è il rapporto che si è creato fra la gestione e i lavoratori, al punto che le maestranze hanno consegnato un premio alla famiglia. Questo ottimo rapporto significa che l’imprenditoria e la società possono stare bene insieme».

Nella sala Sforza di palazzo Gallarati, Temporelli ha inoltre sottolineato il forte legame che unisce la ditta Ponti al territorio: «L’azienda non è famosa solo per i suoi prodotti, ma anche per le sue opere di filantropia. Tutti sono sempre molto disponibili». Il consigliere Paolo Rovellotti ha ricordato il paziente lavoro di costruzione della Ponti com’è oggi: «L’azienda ha mostrato come, seguendo una strada ben definita, si possa avanzare mattone dopo mattone». Lo stesso impegno, ha osservato il consigliere, viene riversato sul fronte sociale: «Tutti i giorni si occupano di fare qualcosa per il territorio: è un lavoro quotidiano silenzioso, che aiuta anche a rendere le vite meno difficili. Solo rimanendo coesi e lavorando insieme, del resto, è possibile condividere i successi».

Anche Alberto Gozzi, noto chef e a sua volta insignito del “Premio Ghemme” in passato, ha voluto sottolineare, anche con dei ricordi personali, il lato più umano della gestione dell’azienda: «Negli anni Cinquanta – ha spiegato – ero bambino e andavo a prendere le damigiane di Bonardello alla Ponti. Un giorno incontrai Guido Ponti, che si fermò a parlarmi: quando capì chi era mio padre, mi disse che erano coscritti e di salutarlo. Questo rende l’idea dell’aspetto umano del grande imprenditore che fu».

Guido, ha ricordato ancora Gozzi, affidò con fiducia l’azienda nelle mani dei figli Cesare e Franco, sicuro che l’avrebbero fatta crescere. Giacomo Ponti, amministratore delegato, ha ringraziato: «Il pensiero va al nonno, ma anche a tutte le persone che lavorano nei nostri sei stabilimenti. Perché le aziende, senza le persone, sarebbero solo edifici e macchinari, cemento e metallo». Fra le sfide che vedranno impegnata l’azienda nei prossimi tempi, l’espansione sul mercato estero e la differenziazione del vero prodotto “made in Italy” rispetto alle imitazioni. «Si tratta di un momento positivo per l’azienda – ha proseguito l’imprenditore – che è sana e sta crescendo».

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