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Appello per salvare l’unico affresco profano della Valsesia

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Appello per salvare l’unico affresco profano della Valsesia: l’opera si trova a Cervarolo.

Appello per salvare l’affresco

E’ l’unico affresco in tema profano della Valsesia: c’è un appello per salvarlo dalla rovina del tempo. La chiamata arriva da Albino Roma, borgosesiano, autore di numerose ricerche storiche sulla Valsesia: «È un delitto lasciare che una tale testimonianza vada distrutta». L’opera in questione si trova a Cervarolo, in un cortile nel centro della frazione, ed è vittima dell’usura del tempo.

La raffigurazione

«L’affresco ritrae dell’acqua che sgorga da un otre a simboleggiare il fiume, un cervo sulla sinistra, a sottolineare il fatto che un tempo Cervarolo fosse popolata da questi animali, e un uomo al centro che rappresenta tutta la popolazione del paese – spiega Roma -. In quanto unico affresco in Valsesia di argomento profano ha un grande valore storico e lasciare che quest’opera vada in rovina sarebbe davvero un peccato».

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2 Commenti

1 Commento

  1. Geremia

    27 Dicembre 2021 at 15:00

    Eh si, sarebb un vero peccato perdere questa “opera” sopraffina.

  2. alessandro belviso

    28 Dicembre 2021 at 15:42

    infatti, si spendono molti soldi per restaurare stampalati disegni con temi religiosi.
    Questo è un’esempio di arte che definisco popolare non profana superando la dicotomia riduttiva. Al centro è l’uomo un boscaiolo attività essenziale sui monti che sono sfondo e ambiente, con donna e bambino, facilmente intuibile il senso completo. Nell’otre da cui versa il bene primario della vita: l’acqua ci vedo nel suo piede posato sopra, il controllo della fuoriuscita necessaria proprio perchè è solo un otre, un contenitore limitato e, l’ascia sulle spalle ben in vista, strumento per tagliare la legna, è anche arma deterrente.
    senza pretesa di esattezza interpretativa, una fondazione potrebbe dirottare qualche euro, oltre tutto mi pare ci siano persone in valsesia che restaurano affreschi senza andare a cercar altrove.

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