Attualità
Enersesia al capolinea: i Comuni si sfilano
Era la società creata per diffondere le rinnovabili: ma ora la legge impone il ritiro delle quote pubbliche dalle municipalizzate non indispensabili
Futuro in bilico per Enersesia. L’azienda creata sette anni fa per diffondere l’utilizzo delle nuove energie in valle e partecipata da cinque Comuni, pare infatti arrivata al capolinea, almeno per quanto riguarda la sua parte pubblica (peraltro di maggioranza). Una liquidazione che però, a differenza di altre imprese, non è legata ai conti in rosso (che, anzi, sono in attivo), ma in quanto non è più ritenuta di primaria utilità.
«In realtà è una legge nazionale che impone lo scioglimento delle municipalizzate che non erogano servizi indispensabili», sottolinea il sindaco di Varallo Eraldo Botta. E così Borgosesia e Varallo, che detengono la maggioranza delle quote pubbliche, si preparano ad uscire dalla società. Molto probabile che anche Quarona, Serravalle e Valduggia, con partecipazioni più basse, seguano la stessa strada. A questo punto rimarrebbe il socio privato, il Gruppo Gorla spa, che detiene il 43 per cento. Potrebbe rilevale le quote pubbliche; in questo caso però la società non sarebbe più una municipalizzata ma un’impresa privata tout court.
«L’indirizzo – dice Botta – è quello della dismissione, con un iter però che non sarà velocissimo. Dopo la delibere comunali, infatti seguiranno gli incontri con i soci per capire insieme come alienare la proprietà. Purtroppo è un passo obbligato. A livello nazionale, non è il caso di Enersesia, ci sono molte partecipate che gestiscono servizi non indispensabili e che sono diventate solo un costo. Con il segretario comunale abbiamo concluso che Enersesia non stava nei parametri, in primo luogo perché, per quanto importante, il servizio erogato non è di primaria utilità».
Anche Borgosesia delibererà l’intenzione di uscire nel consiglio comunale che si terrà giovedì 21. «Non ci sono più le condizioni legali per restare nella società partecipata», conferma il sindaco Paolo Tiramani.
«Enersesia era nata sette anni da un idea mia e di Gianluca Buonanno – spiega l’ex assessore varallese Marco Molino, fautore del progetto – con l’intento di operare nel settore delle energie rinnovabili. Inizialmente doveva essere di supporto solo per il Comune di Varallo con un partner privato, il Gruppo Gorla. Da una parte nasceva dall’esigenza di ottimizzare le utenze elettriche, dall’altra di portare a termine operazioni che portassero benefici in sinergia tra diversi centri. Così si era deciso di far entrare anche altri altri Comuni. A Borgosesia l’idea era piaciuta molto». Partita con un capitale iniziale di 10mila euro, con il privato sono arrivati altri 50mila euro.
Sono state diverse le attività messe in atto da Enersesia in questi anni, come gli studi di ottimizzazione degli impianti di riscaldamento degli edifici comunali, con la posa di impianti fotovoltaici. «Il primo, quello più grande, è stato posato sul tetto della tribuna del campo di calcio di Roccapietra. Poi sono stati realizzati impianti minori per le scuole di Quarona. A Borgosesia si deve ad Enersesia la riqualificazione energetica delle scuole Magni, così come del centro sportivo Milanaccio, dove è stata installata una centrale a gas di ultima generazione. «Ma si sarebbero potute fare molte altre cose. Alienare la società a mio avviso è una scelta sbagliata:Enersesia ha sempre chiuso i bilanci con un utile. Personalmente ho fatto tutto con grande piacere, credevamo molto in questo progetto».
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