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Interi paesi senza ambulatori, insorgono i sindaci

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Il sindaco di Quarona Sergio Svizzero: «E’ assurdo che la collocazione degli ambulatori venga lasciata in autogestione e che l’Asl non possa decidere nulla»

Quarona, Cellio, Breia e domani chissà. Potrebbe infatti capitare anche ad altri centri valsesiani di restare senza un medico di base entro i confini comunali. Per salvaguardare i propri cittadini i sindaci di Quarona, Cellio, Breia, Madonna del Sasso e Valduggia hanno scritto una lettera al prefetto di Vercelli e alla Regione Piemonte chiedendo urgentemente un incontro. Il problema è questo: a Quarona un medico di base è andato in pensione e gli altri due presenti in paese hanno già raggiunto il numero massimo di pazienti che possono avere (circa 1.500); il dottor Mario Andreone, che seguiva i pazienti di Cellio, Breia, Piana dei Monti (frazione di Madonna del Sasso) e Valpiana (frazione di Valduggia) è deceduto a settembre e per un mese l’Asl ha inviato un sostituto. Poi, il nulla.

Ecco allora che tutti gli ex pazienti di questi due medici si vedono costretti a scegliere un dottore ben distante da casa, perchè al momento nessuno si è fatto avanti per aprire un ambulatorio in uno di questi centri. Ovviamente tra i pazienti ‘’rimasti a piedi’’ ci sono anziani, disabili e malati, che da una parte hanno bisogno sovente del medico e dell’altra non hanno la possibilità di spostarsi in modo autonomo. L’Asl però ha le mani legate: l’azienda sanitaria non può imporre a un professionista di aprire un ambulatorio da una parte piuttosto che dall’altra; le competenze dell’Asl si fermano nel momento in cui il distretto è in regola con il numero totale di dottori. Per fare un esempio paradossale, se tutti i medici del distretto decidessero di aprire l’ambulatorio a Borgosesia, l’Asl non potrebbe impedirlo.

«E’ assurdo che la collocazione degli ambulatori venga lasciata in autogestione e che l’Asl non possa decidere nulla – commenta il sindaco di Quarona Sergio Svizzero, firmatario della lettera con i primi cittadini di Cellio, Martino Valmacco, Breia, Daniele Todaro, Valduggia, Pierluigi Prino, e Madonna del Sasso, Ezio Barbetta -. Per questo abbiamo fatto massa critica e sollecitato la Regione affinchè le cose cambino. E’ possibile che nei prossimi anni, se non nei prossimi mesi, altri medici vadano in pensione e altri utenti potrebbero restare senza un dottore vicino. Le cose devono cambiare, altrimenti si arrecano disagi troppi gravosi alla popolazione, senza che peraltro ci sia un risparmio di risorse. Chiediamo al prefetto e alla Regione un incontro urgente, perchè l’assessorato alla sanità si deve prendere carico di questa problematica».

«Leggevo pochi giorni fa – prosegue Svizzero – di uno studio secondo il quale fra sette anni un italiano su tre resterà senza medico di base. E’ inconcepibile». Nella loro missiva i primi cittadini evidenziano che la ‘’tutela alla salut’’ è un diritto costituzionalmente garantito. «I nostri territori – si legge nella lettera – sono perlopiù montani, con una popolazione contraddistinta da una predominante presenza di anziani, spesso soli e privi della materiale possibilità di spostarsi da un paese all’altro, viste le lacune anche del trasporto pubblico. Eppure necessitano di regolari monitoraggi e prescrizioni mediche che sono per loro vitali. Come non si può non vedere in quello che sta succedendo una situazione di emergenza?».

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