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Mammografia di controllo a Borgosesia? Il primo posto libero è a luglio 2018

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La quaronese Lisa Roma: «Otto mesi sono davvero troppi. Con simili tempistiche il controllo lo farò ogni tre anni e non ogni due come prescritto dall’Asl»

Ogni due anni deve sottoporsi a una mammografia all’ospedale di Borgosesia per prevenzione, ma la prossima visita le è stata fissata tra otto mesi. E così addio prevenzione. La quaronese Lisa Roma non ci sta e svuota il sacco. «Devo controllarmi ogni due anni, così mi ha detto il primario di ginecologia dell’ospedale di Vercelli. Ho fissato una visita all’ospedale di Borgosesia e mi dovrò presentare il 3 luglio 2018». Insomma otto mesi diventano lunghi anche per la prevenzione.

Quello di Lisa Roma non è per fortuna un caso di urgenza, ma con casi simili in famiglia è meglio controllare. «I medici ci dicono che in caso di familiarità è meglio tenere sotto controllo la situazione – sottolinea Roma -. Il mio non è un capriccio di certo: ogni due anni devo sottopormi a una mammografia. Avevo chiesto all’ospedale di Borgomanero e mi hanno chiesto di pagare 100 euro, ho quindi chiesto di prenotare a Borgosesia pagando un ticket da 50 euro, sapevo che c’era da aspettare ma otto mesi sono davvero troppi. In questo modo il controllo io lo faccio ogni tre anni e non ogni due come prescrivono le indicazioni Asl…» L’alternativa? Pagare l’esame interamente in una clinica o centro specializzato.

Per fortuna quello della donna residente in Valsesia non è un caso urgente, ma in famiglia ha avuto patologie simili ed è per questo che è ancora più importante controllare e monitorare. «A questo punto mi chiedo di che prevenzione si sta parlando – aggiunge -. Dopo la visita è il mio medico curante che mi ha indicato di fare la mammografia, ormai sono quasi passati due anni dall’ultimo test e aspettare fino a luglio vuol dire arrivare a tre anni. Tra l’altro ho pagato un ticket da 50 euro, non discuto sul pagamento della prestazione sanitaria, ma stiamo parlando comunque di tempi di attesa lunghissimi».

E alla signora non resta che aspettare: «Tra otto mesi mi auguro di essere una persona sana. Altrimenti da chi vado a bussare e dire grazie. Continuano a dirci che è importante la prevenzione, ma se non se non c’è la possibilità di avere una diagnosi in tempi brevi di cosa stiamo parlando?». La sua è una protesta per tutte le donne: «Ho voluto raccontare quanto mi è successo per tutte quelle ragazze o donne che non sono riuscite a sopravvivere perchè il tumore al seno è stato diagnosticato troppo tardi. E questo non dipende solo dalle persone che non si controllano, ma anche dalle strutture sanitarie che non permettono di potersi controllare in tempi certi e brevi».

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