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Oggi riaprono bar e ristoranti: ecco le regole per esercenti e clienti
Oggi riaprono bar e ristoranti: ecco le regole per esercenti e clienti. Distanziamento ai tavoli, camerieri con la mascherina e prenotazione obbligatoria. La capienza ridotta della metà, occhi puntati sui prezzi.
Oggi riaprono bar e ristoranti: ecco le regole per esercenti e clienti
Scatta oggi il semaforo verde per l’apertura di bar e ristoranti: si potrà finalmente entrare nei locali, dopo mesi di chiusura o al massimo di prodotti da asporto. Tante le regole da seguire, costi sicuramente più alti e incassi, se non dimezzati, certamente molto più bassi rispetto al pre-virus. E su tutto la preoccupazione di dover abbattere i pregiudizi in una clientela traumatizzata da due mesi di lockdown.
Parola d’ordine: distanziamento (anche al tavolo)
Accantonata, per fortuna, l’obbligatorietà di “isolare” i clienti con lastre di plexiglass restano comunque una serie di prescrizioni. Distanziamento è la parola d’ordine. «Dovrà esserci almeno un metro tra le persone – spiega Jose Urso, presidente Asco Fipe di Vercelli -. Questo significa che i posti sulle tavole saranno sfalsati e rispetteranno tale misura». Sono “esentati” dal distanziamento coloro che sono legati da parentela; marito e moglie insomma potranno tranquillamente sedere vicini allo stesso tavolo.
Non servono i guanti, camerieri con la mascherina
Decade anche, sempre per fortuna, l’obbligo di mangiare con mascherina e guanti. Le prime dovranno essere indossate dai clienti solo quando transitano nel locale, mentre gli operatori dovranno lavorare sempre con tali dispositivi. Niente guanti nemmeno per i camerieri, ma igienizzazione continua delle mani. La prenotazione al tavolo sarà obbligatoria, mentre i menù saranno consultabili, perlomeno in provincia di Vercelli, sullo smartphone. Ascom Vercelli ha messo a punto un’applicazione per i suoi iscritti, “Ascomgo”, che permette di visualizzare le proposte della cucina.
Timore per i prezzi
«Sono tutte regole di buon senso – afferma Urso -. Piuttosto che attrezzare le sale con dispositivi è molto più semplice lasciare spazio. Che comunque significa perdere oltre il 50% dei posti: come danno è più che sufficiente». Da qui la domanda: per far fronte alle necessità i locali saranno costretti ad alzare i prezzi? «Non credo – risponde Urso – anzi penso che qualcuno li abbasserà o farà delle promozioni per attirare la clientela. Ci aspettiamo comunque delle politiche che ci permettano di rispettare i nostri impegni con più tempo, con rate abbordali. Solo così riusciremo a tenere il personale e non ritoccare i prezzi».
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