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Tra due settimane chiude il Country hospital di Varallo

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I posti letto vengono trasferiti all’ospedale di Borgosesia 

Sta per cessare l’attività del Country hospital di Varallo: ancora due settimane e poi la struttura di Varallo dedicata ai pazienti che non necessitano più di cure ospedaliere ma che non sono ancora pronti per andare a casa chiuderà i battenti. Il sipario sul Country scenderà a metà dicembre, dopo essersi alzato appena pochi anni fa. Non sono bastate le proteste del sindaco Eraldo Botta, gli incontri con il direttore generale Chiara Serpieri e il governatore Sergio Chiamparino. Non è servita nemmeno la calata a Torino, con tanto di letti e fischietti davanti al palazzo della Regione. La decisione non cambia: il Country chiude, e lo farà a giorni. I letti dedicati ai post-acuti saranno trasferiti all’ospedale di Borgosesia, passando da dieci a venti. 

Varallo non è l’unica a lamentarsi: i tagli riguardano un po’ tutto il territorio, dall’ospedale Santissimi Pietro e Paolo agli ambulatori di Serravalle e Grignasco, che hanno perso un pezzo dopo l’altro fino a essere ridotti all’osso. Tutti sulla stessa barca, dunque, ma questo non consola di certo. Però può spingere gli amministratori a fare fronte comune e a dire alla Regione che basta, la Valsesia ha già pagato abbastanza in termini di tagli, a partire dai trasporti per arrivare proprio alla sanità.

Il primo cittadino di Varallo ha quindi deciso di scrivere una lettera a Carlo Cerli, che è sindaco di Civiasco ma anche e soprattutto presidente dell’Unione montana dei Comuni, chiedendogli un intervento deciso di tutto il territorio.
«Ancora un paio di settimane e poi la Regione chiuderà il Country hospital – scrive Botta a Cerli – e la “Casa della salute” non è di certo al suo massimo splendore, con gli specialisti dei poliambulatori che hanno cancellato o ridotto la loro presenza. Non sono più funzionanti gli ambulatori di ecografia, chirurgia, oculistica e cardiologia, mentre ha ridotto a una volta al mese l’apertura di quello di diabetologia. I problemi di Varallo sono comuni ad altri centri, per esempio l’ambulatorio di Serravalle è in chiusura e continuano gli “attacchi” all’ospedale di Borgosesia. Il quadro generale è insomma estremamente preoccupante e proprio per questo credo che sia giunto il momento di intervenire in maniera incisiva, attraverso il coinvolgimento di tutti i sindaci valsesiani affinché la protesta, che significa poi difesa dei nostri cittadini sul fronte della sanità, possa esternarsi in una lettera da indirizzare all’assessore alla Sanità della Regione Piemonte».

Un’altra lettera Botta l’ha inviata alla Serpieri, con una proposta: attivare a Varallo dei posti letto per malati di Alzheimer, che sul territorio mancano. «Posti letto di questo genere richiedono tutta una serie di prerogative – conclude il sindaco – e a Casa Serena vengono tutte rispettate».

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