Attualità
Troppi incidenti in montagna: serve maggiore responsabilità
Troppi incidenti in montagna, l’Uncem lancia l’allarme.
Troppi incidenti in montagna
Tante persone sabato e domenica hanno raggiunto le valli montane piemontesi in queste ultime 48 ore. Un week end che ha portato moltissime persone in montagna. Ma colpisce stasera un dato e cioè quello degli interventi del Soccorso Alpino e Speleologico, con Vigili del Fuoco, 118, Croce Rossa, Anpas, Soccorso della Guardia di Finanza, Forze dell’Ordine. Due morti, tanti feriti. Troppi incidenti. E mentre Uncem nazionale ha diffuso cinque consigli per chi sale nelle valli in questi giorni post-lockdown occorre ricordare, da parte di Uncem, che la montagna non è il parco giochi della città e non è un’area pericolosa. Non è la montagna che uccide o ferisce. “Lo diciamo da sempre – spiegano Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem, e Lido Riba, Presidente della Delegazione regionale – la montagna non uccide. Chi la frequenta, chi pratica attività sportiva, ludica, outdoor, deve rispettare i propri limiti, di preparazione in primo luogo, e rispettare il livello di rischio delle stesse aree montane. Da conoscere prima di partire di casa. La montagna ha precisi limiti che vanno colti. Anche limiti di fisici di accoglienza, che non si possono derogare, come ricorda Roberto Colombero, membro della Giunta Uncem”.
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Rileva Antonio De Rossi, Architetto, Professore del Politecnico di Torino, ideatore della rete Riabitare l’Italia”: “Oggi il più grande assalto alle montagne piemontesi che si ricordi a memoria d’uomo dal 1975 – scrive l’Architetto di San Secondo di Pinerolo -. Forse sarebbe opportuna una riflessione e una qualche progettualità politica. Metromontana”. “Riflessione che dobbiamo, vogliamo fare, che deve vedere i Comuni attenti e le Unioni montane capaci di programmare e definire strategie. Ci stiamo lavorando. Ma come prima cosa oggi occorre ringraziare le donne e gli uomini di Soccorso Alpino, 118, Forze dell’Ordine per il grandissimo, instancabile lavoro svolto”, sottolineano Riba e Bussone.
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