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Un progetto per far rivivere la storica Villa Aprilia: il sogno in una tesi di laurea

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Un progetto

Un progetto per dare nuova vita a Villa Aprilia: l’idea al centro di una tesi di laurea discussa al Politecnico di Milano.

Un progetto per Villa Aprilia

Un progetto concreto, ma capace anche di fare sognare. Un percorso di valorizzazione dell’alpe Baranca e di Villa Aprilia è al centro di una tesi in architettura discussa al Politecnico di Milano da Dafne Vicario di Borgomanero e Giulia Veronese, residente in un paese vicino a Cremona.
“All’ombra del Monte Rosa: Villa Aprilia e Valsesia fra innovazione e tradizione” è il titolo scelto. Il lavoro ha visto una importante ricerca storica sull’edificio, ma anche una proposta innovativa per riportare questo angolo di montagna ai fasti di un tempo. Durante la guerra il colle di Baranca divenne poi una delle vie di fuga verso la Svizzera, attraverso cui i comitati valsesiani del Cln facevano transitare i prigionieri alleati evasi dai campi di prigionia. Nel febbraio del 1944 le formazioni partigiane, partendo dal passo, compirono due incursioni contro il presidio fascista di Pontegrande e, durante il rastrellamento dell’aprile ’44, sostennero un combattimento sull’alpeggio contro le milizie fasciste.

In montagna

«Sono appassionata di trekking – racconta Dafne Vicario – e durante una delle mie uscite ho scoperto Villa Aprilia, subito è stato un forte impatto a livello architettonico. Era impensabile trovare una struttura così a 2000 metri di altezza tra le montagne». Quando è stato il momento di discutere la tesi Dafne Vicario non ha avuto dubbi: «Volevo affrontare un argomento in qualche modo legato alla mia passione per la montagna e ho pensato appunto di approfondire il discorso legato a Villa Aprilia». Ha coinvolto la sua compagna di corso e di università Giulia Veronese, nei mesi scorsi hanno effettuato diverse ricerche, ma anche sopralluoghi sul posto. «La villa venne costruita nel 1908 dall’ingegnere borgosesiano Gilodi, poi passò alla famiglia di Vincenzo Lancia, motivo per cui venne ribattezzata con il nome del famoso modello d’auto». Nel 1940 poi ci fu un incendio che devastò l’intera proprietà. «Abbiamo effettuato anche una ricerca sull’area di Fobello e del Colle Baranca – riprende Vicario – scoprendo che all’inizio del 1900 questa zona era meta di tour di alpinisti provenienti dall’Inghilterra, inoltre era meta della borghesia di Torino».

Le idee

La tesi analizza il percorso della mulattiera, la sua storia e il suo passato, e propone delle architetture lignee all’interno del percorso, tra le quali la sistemazione proprio della Villa Aprilia. «Sono cinque gli interventi che abbiamo pensato – riprende -. Ci potrebbe essere una foresteria per accogliere i turisti, una cappella, un osservatorio, poi ovviamente ci dovrebbe essere un progetto di recupero della villa. La ricerca svolta prima della parte di progettazione è inoltre ricca e di grande contenuto: Fobello, il paese sottostante, era terra di molti industriali torinesi, la città e la valle hanno un passato architettonico e storico importante che ancora oggi suscita curiosità. Ancora oggi si vedono le ville dei Lancia, dei Musy, dei Borsalino e molti altri».

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1 Commento

1 Commento

  1. alessandro belviso

    20 Ottobre 2021 at 14:22

    dico no al recupero funzionale di villa aprilia con strutture completamente estranee che ne alterano l’estetica ma solo restauro conservativo dell’attuale come è dal 44 . conservazione storica semplicemente ma non banale perchè ne cristallizza il momentum trasponendolo nel presente aeternitas
    d’altronde essendoci rimasti solo i muri perimetrali e neanche interi è da fare prima che crollino altri pezzi. altre soluzione comporrebbero un diverso architettonico.

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