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Varallo assolta la maestra dopo tre anni da incubo. Ora vuole tornare in classe

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Varallo assolta la maestra dopo tre anni da incubo. Ora vuole tornare in classe. Una assoluzione con formula piena che ha messo fine a un periodo difficile per l’insegnante costretta a difendersi da pesanti accuse che ha sempre rigettato.Una assoluzione con formula piena che ha messo fine a un periodo difficile per l’insegnante costretta a difendersi da pesanti accuse che ha sempre rigettato.

La sentenza

Martedì pomeriggio in tribunale a Vercelli il giudice Enrica Bertolotto ha letto la sentenza di assoluzione. in cui ha assolto l’insegnante dell’asilo di Varallo, una liberazione per la 45enne. Accolta di fatto la tesi della difesa, anche se per le motivazioni ci vorrà tempo. Soddisfazione da parte dei legali CosimoAccolta di fatto la tesi della difesa, anche se per le motivazioni ci vorrà tempo. Soddisfazione da parte dei legali Cosimo Maggiore e Fabrizio Mastro che in questi anni hanno seguito il caso a fianco della propria assistita raccogliendo elementi a suo favore.

Durante le udienze degli ultimi mesi le accuse nei confronti della donna si sono sgretolate anche di fronte alle testimonianze. I genitori chiamati in udienza non hanno mai parlato di botte e pizzicotti, anzi in diversi casi c’è chi aveva raccontato che i bimbi andavano a scuola volentieri e vedendo la maestra le andavano incontro abbracciandola. Un atteggiamento che stride quindi con il pesante capo di imputazione nei confronti della maestra. La stessa imputata aveva rigettato le accuse che le erano state rivolte sottolineando la volontà soltanto di tornare a lavorare e alla sua vita.

La consulente di parte durante il processo aveva sostenuto che non ci fossero prove di violenze subite dai piccoli. Nonostante questo il pubblico ministero durante l’ultima udienza aveva comunque chiesto una condanna a due anni e tre mesi di reclusione confermando le accuse di maltrattamenti. Ma secondo la difesa sarebbe stato impossibile non vedere certi comportamenti nella scuola che contava al tempo dei fatti sei sezioni, tutte disposte sullo stesso piano, con aule aperte lungo un corridoio frequentato da 88 bambini, da insegnanti e collaboratori scolastici.

Infine va sottolineato che durante processo è mancata anche una parte civile, nessuna famiglia infatti aveva voluto presentarsi per chiedere conto di eventuali danni.

Eppure le accuse erano partite proprio da un genitore che si era rivolto ai carabinieri. Da lì erano partite le indagini.

Il ritorno a scuola

Ora il lavoro dei legali non è finito, infatti con la sentenza di assoluzione in mano l’intenzione è di rivolgersi al provveditorato per chiedere il reintegro dell’insegnante nel corpo docenti. Subito dopo il caso scoppiato nella primavera del 2019 la donna infatti venne sospesa. Un periodo di quasi tre anni difficile con accuse pesanti da sopportare, ma anche senza la possibilità di lavorare. Rosa Puritano aveva iniziato a lavorare nel mondo della scuola nel 2001 a Vercelli e Borgosesia, dal 2014 era invece a Varallo.

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