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Cronaca

«Abusò dei miei figli, ora lo vedo tranquillo in giro per il paese» 

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«Abusò dei miei figli, ora lo vedo tranquillo in giro per il paese. E’ la denuncia che lancia la mamma di due ragazzi del Biellese orientale ormai maggiorenni. La sua vicenda è finita nei giorni scorsi anche nel programma “Storie Italiane” su Rai 1.

Abusò dei miei figli

La vicenda avvenuta al centro ippico cossatese di Masserano si trascina ormai da anni. Era stata la mamma a capire che qualcosa nei suoi figli, all’epoca minorenni, non andava. Frequentavano entrambi il centro ippico, e l’istruttore era quasi un amico di famiglia. Poi il fattaccio, la denuncia e l’iter giudiziario. Nel 2018 l’uomo, che è tetraplegico, è stato condannato in via definitiva con sentenza in Cassazione. Ma, a parte un giorno in carcere, è stato mandato ai domiciliari in quanto la casa circondariale di Biella, come in fondo quasi tutti i penitenziari italiani, non è in grado di accogliere un detenuto con gravi disabilità.

Abbandonati dalle istituzioni

La vicenda è stata trattata da “Storie Italiane”. «Oggi quell’uomo fa la vita di prima e continua a frequentare il suo centro ippico avendo contatti con minori – dice la donna -. Se uno è condannato a 4 anni e 6 mesi, deve farli, e le istituzioni devono tutelare i minori». Nonostante gli abusi e la sentenza, la famiglia non ha visto neppure risarcimenti per quanto subìto dai due ragazzi. «Delle violenze e molestie non te ne accorgi, era un amico di famiglia – ha raccontato la donna in televisione -. C’erano i bambini che avevano reazioni forti a scuola e lui spesso veniva con noi dalle insegnanti a parlare. A sei anni il mio primo figlio aveva iniziato a montare a cavallo. Negli anni ho notato atteggiamenti strani. Una sera arrivai prima al maneggio a prenderlo dopo la lezione e vidi l’istruttore che dava del denaro ai ragazzini. Da lì iniziai a insospettirmi. Ho espresso i miei dubbi a un capitano dei carabinieri che ha fatto accertamenti e a un certo punto mi ha convocato in caserma dove c’erano una serie di persone e mi hanno detto che c’era qualcosa che non andava. Ho chiesto a mio figlio grande se aveva voglia di andare a parlare dai carabinieri, l’ha fatto e dalla sua deposizione è partito tutto». Poi un giorno anche il secondo figlio si decise a parlare e raccontare quando aveva 10 anni, anche lui aveva subito le “attenzioni” da parte dell’istruttore da quando aveva sei anni. «Da allora siamo rimasti soli…».

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«Mi ha rovinato la vita»

Il secondo figlio durante l’intervista in forma anonima ha confessato: «Nonostante mi abbia rovinato la vita, ancora oggi incrocio per strada questa persona». La famiglia chiede che la sentenza venga applicata: «Abbiamo saputo che a casa continua a ricevere persone per grigliate e pranzi, è stato sorpreso anche a fare ancora lezione e abbiamo avvertito i carabinieri. Ci hanno detto che avrebbero fatto un esposto. Ma di fatto nulla è cambiato».

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