Cronaca
Pray e Trivero, la protesta dei migranti
Ore di tensione oggi tra Valsessera e basso triverese: una quarantina di migranti hanno manifestato per chiedere di assere assegnati a un’altra associazione. Si sono uniti anche i sindaci
Migranti in rivolta a Pray e a Trivero. La protesta è iniziata questa mattina: i giovani africani e pakistani che vivono in Valsessera, nella casa all’imbocco della cosiddetta “Coggiolasca”, hanno iniziato una manifestazione per rendere di dominio pubblico la loro situazione. La scintilla che ha innescato la protesta è stata la mancata corresponsione del “pocket money”, vale a dire i 2,50 euro al giorno a testa previsti in tutti i capitolati di appalto per l’ospitalità dei migranti. E’ la somma che dovrebbe servire loro per l’igiene personale e per piccole spese, ma a oggi nemmeno i primi nove africani arrivati a Pray cento giorni fa non hanno ricevuto nulla.
I profughi hanno esposto cartelli per segnalare le cause della loro protesta, poi hanno percorso le strade del paese scortati da agenti della Questura, e da qui si sono diretti verso il basso Triverese. A Ponzone si sono incontrati con un’altra decina di migranti che vivono in frazione Mazzucco: medesima la gestione, identiche le rivendicazioni.
Anche gli amministratori di Trivero e Pray hanno incontrato i profughi a Ponzone, assieme alle forze dell’ordine e ai responsabili della Nuvola. Alla fine la richiesta è stata una sola: essere assognati a un’associazione che non sia la Nuvola. Così i giovani sono stati convinti ad aspettare ancora qualche giorno. Da parte loro, i responsabili dell’associazione Nuvola sostengono di essere in linea con quanto richiesto nel capitolato d’appalto.
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