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Cronaca

Sequestrata pista cicloturistica di Macugnaga

Mancanza di una autorizzazione e altre irregolarità riscontrate durante i controlli.

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Sequestrata pista cicloturistica di Macugnaga. Nelle prime ore della mattinata, a seguito di un’articolata indagine di polizia giudiziaria, i militari delle fiamme gialle del Comando Provinciale di Verbania, coordinati dal Procuratore della Repubblica di Verbania, Dott.ssa Olimpia Bossi, hanno proceduto al sequestro preventivo della pista.

Sequestrata pista cicloturistica

Il percorso è ancora in fase di realizzazione, ed è finanziato dal Comune di Macugnaga tramite fondi del Programma INTERREG Italia-Svizzera per un importo di 1,5 milioni di euro.

Il sequestro

Le indagini, che hanno preso avvio dal controllo degli appalti pubblici che interessano la provincia, hanno sin da subito fatto emergere che il procedimento amministrativo sotteso alla realizzazione del percorso cicloturistico, raggiungendo il passo del Monte Moro che rappresenta la linea di confine tra l’Italia e la Svizzera, era viziato dall’assenza dell’autorizzazione specifica.

Gli approfondimenti

Gli approfondimenti investigativi si sono resi altresì necessari anche in ragione della complessiva progettualità che prevede anche la realizzazione di analogo percorso in territorio svizzero, dal Comune di Saastal al passo del Monte Moro, creando di fatto una nuova via di collegamento tra i due paesi con evidenti riflessi in termini di vigilanza doganale della linea di confine.

Le successive attività di polizia giudiziaria, che hanno visto intervenire anche i finanzieri della Compagnia di Domodossola con l’acquisizione e l’analisi di tutta la documentazione alla base del progetto e riguardante un’area con stringenti vincoli paesistici, naturalistici, idrogeologici e di usi civici, hanno inconfutabilmente permesso di riscontrare che per le modifiche apportate al tracciato approvato non era stata neanche avanzata alle Autorità sopracitate, sospendendo i lavori in attesa di una loro decisione, una richiesta di variante.
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Ulteriori accertamenti

La sinergica attività operativa condotta dai due Reparti consentiva di acclarare, oltre all’assenza dell’autorizzazione dell’Ufficio Doganale del VCO e della variante, come il tracciato realizzato si discostasse totalmente da quello approvato, sia dal punto di vista planimetrico che morfologico. In alcuni tratti, infatti, lo stesso è risultato essere stato realizzato con pendenze tra il 30% ed il 44% (23,75°) mentre il massimo progettualmente concepito ed approvato era ricompreso tra il 10 e 20% (11,31°) con un solo picco del 26% (14,57°), e quindi, in sostanziale difformità anche con lo “scopo” che l’opera si prefiggeva, ossia creare un percorso cicloturistico per tutti, come previsto nell’oggetto del finanziamento, oltre che per sole trail bike.

Una gestione “irrispettosa”

E’ quindi emersa una gestione irrispettosa delle regole e delle risorse pubbliche assegnate al Comune di Macugnaga anche a causa del mancato assolvimento dei compiti normativamente previsti da parte degli attori istituzionali e tecnici incaricati della realizzazione dell’opera in parola.

Le ipotesi investigative delineate in precedenza sono state formulate nel rispetto del principio della presunzione d’innocenza delle persone sottoposte ad indagini e che la responsabilità degli indagati dovrà essere definitivamente accertata nel corso del procedimento e solo ove intervenga sentenza irrevocabile di condanna.

 

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