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Cultura e turismo

Alla biblioteca di Varallo ora c’è anche la ”panchina dei lettori”

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Esposto in cortile un gruppo scultoreo realizzato da Vittorio Giubelli

Il portico del cortile d’onore di Palazzo Racchetti, sede della Biblioteca Civica “Farinone-Centa” di Varallo, si è arricchito con un sedile speciale: la panchina dei lettori. In biblioteca è presente un pregevole gruppo scultoreo, realizzato da Vittorio Giubelli, che ebbe il secondo premio all’estemporanea di scultura Alpàa di Varallo nell’estate 1999, rappresentante due figure umane colte in un riposo pensoso, che, attraverso un’efficace interpretazione della modalità astratta, evocano sentimenti contrastanti: dall’inquietudine alla serenità.

A “Riflessioni”, questo è il titolo dell’opera che ricorda le forme arrotondate di Henry Moore, è stato dato un nuovo appoggio ligneo da Gioachino Topini, maestro falegname di Scopa, per il quale trasformare un tronco di salice in una panchina non è magia, ma semplice “mestiere”, acquisito nell’apprendistato quinquennale presso le scuole professionali salesiane di San Benigno Canavese, dove ebbe come compagno Piergiorgio Debernardi, già vescovo di Pinerolo, che dopo l’Avviamento entrò in Seminario. Dopo aver lavorato per i fratelli Negra, i costruttori della nuova Capanna Margherita, Topini si mise in proprio e il suo primo lavoro furono i banchi della chiesa di Scopa: da allora tanti tronchi sono stati trasformati in serramenti, perline, e orditure per i tetti.

Il salice, pianta acquatica, ha un alburno – la parte legnosa più giovane del tronco degli alberi, che si trova subito sotto la corteccia, dove scorre la linfa grezza – ridotto, di colore biancastro, che circonda  la porzione più interna, detta durame, o “cuore del legno”: come nei libri la copertina protegge il blocco delle pagine, il cuore del libro, che racchiude i pensieri, che si alimenta e cresce attraverso la linfa del sapere. Per “nutrire” i pensieri, accanto alla panchina, sono state appoggiate due pile di libri, mentre un’Edera singolare, donata dal naturalista Mario Soster, non ha bisogno di un sostegno, cresce rigogliosa come ideale presidio per: “L’uomo che piantava gli alberi”.

Gianpiero Maffioli di Civiasco, uomo schivo, che non si adatta a nessuna categoria di classificazione, parla tante lingue, ma soprattutto ha molte idee, che sviluppa e incrementa attraverso letture dai percorsi tortuosi e singolari, abituale frequentatore della Biblioteca,  si preannuncia sempre con un discreto bussare, accompagnato da: “C’è la direttrice?”, e negli anni ha donato tante curiose installazioni, nate dal “recupero” di oggetti di modernariato.

Un televisore portatile è stato trasformato in un incentivo alla lettura: “Trovo che la televisione sia molto educativa: ogni volta che qualcuno l’accende vado in un’altra stanza a leggere un libri della Biblioteca Farinone-Centa”. Un paio di vecchie suole di cuoio, incorniciate come “Suoletudine”, racchiudono tanta strada, fatta con i piedi, ma soprattutto con lo spirito. Al centro di ognuna di queste creazioni c’è sempre la Biblioteca con il suo patrimonio librario, amato, custodito come un bene prezioso, presidio contro quell’inverno dello spirito paventato da Marguerite Yourcenar. Se i luoghi parlano, credo che questo antico Palazzo abbia ancora tante storie da raccontare agli uomini del presente e soprattutto ai bambini che lo conoscono e lo frequentano: talvolta la sua voce si fa sottile, quasi carsica, ma non si spegne nel silenzio che la amplifica.

Piera Mazzone

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