Seguici su

Economia e scuola

Come risparmiare sulle tasse in modo lecito

Pubblicato

il

Il carico fiscale in Italia, purtroppo, è la nota dolente tanto per gli imprenditori con decenni di esperienza (che siate capitani d’azienda o liberi professionisti poco importa) quanto per i neofiti. La pressione è spesso eccessiva, però esistono dei modi perfettamente legali non per evadere il fisco (fatto che, oltre ad essere ingiusto nei confronti di quei servizi che comunque lo Stato prova ad offrire, è anche reato), ma per pagare nella maniera corretta.

Consigli generali

Partendo dal presupposto che “la legge non ammette ignoranza”, per iniziare a risparmiare sulle tasse è necessario informarsi: nessuno pretende che diventiate dei fiscalisti esperti in ogni campo della contabilità, ma avere almeno una conoscenza di base è fondamentale. In questa maniera non solo potrete usufruire delle agevolazioni messe ogni anno a disposizione da parte dello Stato, ma anche evitare comportamenti scorretti che se “beccati” possono provocare più danno che beneficio.

Un secondo, fondamentale, consiglio generale è il seguente: non risparmiate sul commercialista. La professionalità e la competenza si pagano e, considerato che proprio questa figura sarà quella che vi eviterà (o cercherà di scongiurare) le brutte sorprese a fine anno, non sarebbe una scelta intelligente optare per un commercialista il cui onorario è troppo basso.

Ricollegandoci ai due punti evidenziati prima, tenete sempre sotto controllo quella che è la situazione economica e fiscale della vostra azienda: in questo modo potrete pianificare correttamente le spese da affrontare durante l’anno in virtù degli oneri di giugno, senza rischiare di fare “il passo più lungo della gamba”.

Deduzioni e detrazioni

La prima grande distinzione che deve essere ben chiara in mente, se cerchiamo un modo legale di risparmiare sulle tasse, è la distinzione tra deduzione e detrazione: capire quali spese sono riconducibili alla prima o alla seconda opzione, o a nessuna delle due, può aiutarvi sensibilmente, specie se parliamo poi del principio di inerenza (che approfondiremo tra poco).

Anche se l’effetto finale in entrambi i casi è quello di pagare meno imposte, deduzione e detrazione non sono sinonimi: nel primo caso la spesa sostenuta intacca direttamente il reddito complessivo dell’azienda, abbassando di conseguenza l’imponibile (quello su cui verrà poi calcolata la tassazione); la seconda opzione non opera sulle entrate, ma agisce solo ed esclusivamente sull’ esborso da pagare al Fisco.

Veniamo adesso al già citato “principio di inerenza” e cerchiamo di capire perché è così importante: grazie ad esso possono essere portate in deduzione totale (quindi scalate al 100% direttamente dal reddito complessivo) tutte quelle spese riconducibili all’attività d’impresa (esclusione fatta, ovviamente, per le spese di carattere personale del titolare).
Oltre a queste, altri pagamenti possono essere dedotti nella stessa maniera: i veicoli aziendali (attenzione, l’acquisto di un nuovo mezzo è in parte detratto, in parte dedotto al 20%); la cancelleria, strumenti elettronici come computer o stampanti, riviste professionali; le utenze intestate all’azienda; contratti pubblicitari e sponsorizzazioni. Altre, come ad esempio i telefoni cellulari, le spese di rappresentanza, quelle per alberghi e ristoranti, possono essere dedotte parzialmente.

L’auto aziendale

Come abbiamo accennato, i veicoli aziendali hanno un regime fiscale particolare: in alcuni casi possono godere di una deduzione totale (come i mezzi strumentali o adibiti a trasporto pubblico); in altri casi si applica una deduzione parziale (che va dal 20 % al 70% a seconda dell’uso che viene fatto dell’auto).

La Legge di Bilancio 2018 (n.205/2017), entrata pienamente in vigore in questo campo il 1° gennaio 2019, ha stravolto le modalità per continuare ad ottenere le detrazioni d’imposta sul carburante dei mezzi aziendali: le uniche spese ammissibili sono quelle fatte con metodo di pagamento tracciabile (addio ai contanti), a cui corrisponda una fattura elettronica generata entro le 24 ore seguenti. Attenzione dunque, perché non è più possibile usare le vecchie schede carburante (i fogli su cui veniva segnato ogni rifornimento effettuato) per detrarre l’IVA sui combustibili dei vostri mezzi.

Se avete dubbi o conoscete qualche altro metodo per risparmiare legalmente sulle tasse, non esitate a rivolgervi al vostro commercialista di fiducia: sicuramente sarà in grado di fornirvi tutti i dettagli del caso.

Continua a leggere le notizie di Notizia Oggi Borgosesia e segui la nostra pagina Facebook

Clicca per commentare

Tu cosa ne pensi?

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *