Politica
Tiramani: firme false, scandaloso il colpo di spugna in Regione
Paolo Tiramani interviene dopo la sentenza sulle firme false: “Un colpo di spugna incredibile”
«La sentenza del Consiglio di Stato nei confronti della giunta regionale targata Pd e guidata da Sergio Chiamparino sul procedimento riguardante le firme false per la presentazione delle liste di centro sinistra alle ultime elezioni amministrative, evidenzia ulteriormente come la giustizia italiana viaggi su due binari ben distinti in base alle ideologie politiche delle persone imputate». Sono queste le considerazioni dall’assessore comunale borgosesiano Paolo Tiramani della Lega Nord, ex consigliere regionale nella passata legislatura.
Come è noto, nonostante patteggiamenti di alcuni consiglieri, il Consiglio di Stato ha confermato la sentenza del Tar che respinge tutti i ricorsi che chiedevano l’annullamento del voto.
«E’ clamorosa la decisione presa dal Consiglio di Stato, in quanto a supporto delle liste di Chiamparino esistevano alcune decine di firme palesemente falsificate. Tanto è vero che ben nove consiglieri regionali su dieci implicati nella vicenda hanno deciso di patteggiare la pena ammettendo sostanzialmente la propria colpevolezza. La situazione creatasi – prosegue Tiramani – risultava ben più grave rispetto a quella di Michele Giovine, la cui unica colpa era quella di avere raccolto firme reali, a differenza del caso del Pd, ma di averle autenticate nel luogo sbagliato. Non possiamo nemmeno parlare del fatto che esistano due pesi e due misure in quanto, in questo caso, le misure superano ogni confine. Il caso più eclatante si riferisce al tentativo di patteggiamento da parte del consigliere in carica Valle del Pd, con la richiesta di soli 6 mesi di condanna al fine di evitare gli effetti della legge Severino. Mi auguro vivamente, al di là di ogni diatriba politica, che la Magistratura non accetti patteggiamenti tanto miti, soprattutto in considerazione del fatto che se paragonati alla sproporzionata condanna di 2 anni e 8 mesi inflitta a Michele Giovine per reati molto meno gravi, assumerebbero i connotati di un’ulteriore ed ennesima beffa nei confronti di una parte politica, la nostra, perseguitata negli ultimi anni dalla giustizia».
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