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A Coggiola lavori da 140mila euro per sistemare la parrocchiale

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Il problema della struttura riguarda soprattutto la facciata

A Coggiola si attende l’inizo dei lavori di ristrutturazione della chiesa di San Giorgio di Coggiola, che continua ad essere “ingabbiata” a causa di una serie di piccoli cedimenti. L’intervento complessivo prevede una spesa di quasi 140mila euro, ma a disposizione ce ne sono 31mila dalla Cei, l’organizzazione dei vescovi italiani. E bisogna fare in fretta: per settembre il parroco deve dare il via ai lavori se non vuole perdere il contributo assegnato. «Il nostro progetto iniziale deve essere rivisto alla luce anche delle indicazioni della Sovrintendenza – osserva il parroco don Carlo Borrione -. Puntavamo a realizzare un’operazione sommaria di restauro conservativo ma, essendo l’edificio vincolato dalla Soprintendenza, dobbiamo attenerci a determinate regole». E così il preventivo iniziale è schizzato alle stelle. «Nel frattempo però abbiamo avuto un contributo dalla Cei – riprende -. Per non perderlo però dobbiamo dare il via al cantiere entro settembre. in questo periodo il progetto quindi deve essere aggiornato e procedere poi alle ulteriori fase per l’assegnazione dei lavori». E il resto della somma? «L’opera verrà portata avanti un passo dopo l’altro. Non abbiamo la forza economica per fare tutto subito».

Il problema della struttura riguarda soprattutto la facciata, soggetta a una caduta continua di calcinacci, tanto che già da un paio d’anni il parroco ha fatto posizionare delle impalcature a protezione di chi entra ed esce nel luogo di culto. Inoltre anche le statue sono state “ingabbiate” per evitare cedimenti. « Non è di certo un bello spettacolo – ammette don Borrione -, ma almeno le teste dei miei fedeli sono al sicuro…». Il parroco di Coggiola continua a seguire il progetto di recupero dello stabile, ma l’attenzione è rivolta soprattutto alle persone in difficoltà. «Le strutture sono importanti – osserva ancora il sacerdote -, ma la parrocchia lavora senza pause per aiutare le famiglie che faticano ad arrivare a fine mese. Distribuiamo 80 pacchi spesa al mese con la Caritas, poi c’è l’attività del banco alimentare sempre attivo, senza dimenticare gli aiuti per il pagamento delle bollette di luce e riscaldamento».

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