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«Siamo pochi e senza soldi». A Borgosesia Mensa Amica rischia di chiudere

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Il presidente del Centro incontro “fratelli Allegra” preoccupato per il futuro del servizio 

Il presidente del Centro incontro “Fratelli Allegra” di Borgosesia è preoccupato per il futuro di Mensa Amica: «Mancano volontari e soldi: è nostra intenzione proseguire, ma di questo passo c’è il rischio di dover sospendere l’attività».

Mensa Amica è nata quattro anni fa con l’obiettivo di garantire un pasto caldo (recuperando cibo in esubero dalle mense delle scuole e di aziende) alle persone in difficoltà economica, con disagi sociali o rimaste sole. Il servizio è proseguito, tanto da assicurare seimila pasti l’anno, per una media di una quindicina di ospiti al giorno. «Al progetto lanciato dall’amministrazione comunale e dalla Caritas abbiamo dato la nostra disponibilità come Centro incontro, sia ospitando come sede sia partecipando direttamente come personale – dice Giuseppe Bolcato, presidente del “fratelli Allegra” -. Purtroppo, dopo un primo momento di euforia nel quale c’erano aiuti economici da parte di enti, istituzioni, Fondazioni, associazioni, le cose sono cambiate e siamo rimasti abbandonati a noi stessi».

Il responsabile del Centro incontro elenca tutto ciò che è cambiato: «Il primo problema sono i volontari che materialmente preparano e servono i pasti: la Caritas fornisce due presenze settimanali, la Croce rossa che prima assicurava sino a sei presenze settimanali ora si è defilata per motivi di personale. Il risultato è che attualmente la mensa può contare su sei o sette volontari che si impegnano a turno durante tutta la settimana». Altra questione sono i soldi per il mantenimento del servizio: «I costi materiali della mensa sono di 12mila euro l’anno per il compenso della cuoca e l’acquisto di alimenti – evidenzia Bolcano -. Nel 2017 le entrate sono state appena 4.500 euro costituiti da buoni pasto di chi paga il pasto perchè ha un certo reddito, da piccoli contributi di aziende e cittadini e da mille euro di contributo dal Comune. Il disavanzo di 7.500 euro è coperto dal Centro anziani attingendo dai ricavi del consumo giornaliero di bevande, pranzi, cene, tombole e lotterie».

Anche la reperibilità dei prodotti sta venendo meno, costringendo i coordinatori ad acquistare i prodotti: «Un supermercato ci forniva di pane, verdure e altri prodotti in scadenza, ma dopo essersi trasferito si è defilato – prosegue il presidente del Centro “Allegra” -. La Caritas ci aveva delegato a raccogliere cibo in scadenza da un supermercato tre volte la settimana, ora serve a loro per le borse da distribuire agli indigenti. La Casa della mamma e del bambino manda cibo al mercoledì». La situazione si fa difficile: «Siamo veramente in difficoltà – conclude Bolcato -. Non vogliamo chiudere la mensa, ma è indispensabile una maggiore collaborazione e partecipazione attiva. Soprattutto dalla Caritas, dalle assistenti sociali e dall’assessore comunale. Le persone in difficoltà a Borgosesia sono tante, ben più di quelle che si rivolgono aMensa Amica: attiviamoci per dare loro un pasto caldo anzichè una borsa di cibo freddo e secco».

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