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Philippaerts sul Mottaccio: «Speriamo possa presto ritornare il cross»

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L’inchiesta è nata dalle segnalazioni di alcuni residenti nella zona. Intanto sono tornati i sigilli anche sul ristorante

Il mondo del motocross non poteva rimanere indifferente di fronte alle vicende della pista del Maggiora Park. Dalla fine dello scorso anno l’impianto è sotto sequestro preventivo per le ipotesi di reato di abuso d’ufficio, abuso edilizio, falso e danneggiamento ambientale. Nell’attesa delle valutazioni degli inquirenti e dei magistrati, il complesso rimane desolatamente chiuso, per la tristezza degli amanti del motocross.

Fra di loro anche David Philippaerts, campione del mondo nonché volto del motocross valsesiano. Attualmente impegnato ad allenare le giovani promesse con Yamaha, lo sportivo di origine belga ha corso almeno una ventina di volte al “Mottaccio”. «Quella di Maggiora è una pista di vecchia data – ricorda – quasi tutti noi abbiamo qualche ricordo legato. Lì ci sono state le gare più belle della storia del motocross. Vivendo in zona, vi ho corso fino a poco tempo fa, da che è stata riaperta fino all’anno scorso, ed è davvero un rammarico, ora, sapere che la pista ha problemi. Credo che averla sia una cosa positiva un po’ per tutti. Ci vorrebbero più persone che amano lo sport: si vivrebbe molto meglio nel settore».

Inoltre, non sono poche le piste piemontesi che negli ultimi anni, per ragioni diverse, hanno dovuto chiudere: «Negli ultimi tempi sono state aggiunte molte regole – osserva Philippaerts – ma il motocross è ancora uno sport “povero”, per così dire. Queste regole rappresentano un costo per i piloti, per i tracciati e per tutto ciò che ruota intorno e che deve essere adeguato. Questo sport non è ricco, queste regole sono molto costose e dunque per le piste diventa sempre più difficile rimanere aperte».

La stessa pista di Maggiora ha rischiato una certa decadenza: «Finché non è arrivata Schava, la pista di Maggiora era quasi abbandonata. L’azienda ha stanziato abbastanza risorse per risollevarla – afferma l’atleta – ha creato punti come il ristorante o i posti per cambiarsi o noleggiare. Cose utili non solo per il motocross. Credo abbia fatto molto non solo per la pista o per questo sport, ma anche per il paese. Sono persone giovani che hanno messo del loro e sarebbe davvero triste se tutto venisse abbandonato. Spero che risolvendo i problemi più rilevanti, la situazione possa essere ristabilita».

Intanto recentemente sono tornati i sigilli al ristorante del Balmone, il locale adiacente alla pista di motocross. All’inizio di maggio era stato concesso al ristorante di riaprire, ma la scorsa settimana il tribunale del riesame ha accolto l’appello del pubblico ministero: per il giudice l’inchiesta riguarda l’intera area sportiva e non solo il circuito. Alla fine di giugno sono stati dichiarati abusivi, e quindi da abbattere, due platee, l’area lavaggio mezzi, la tensostruttura e il ponte che attraversa la strada. L’inchiesta va avanti ormai da diversi anni, cioè da quando alcune famiglie residenti in zona hanno denunciato le irregolarità.

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