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Allarme a Lozzolo per i progetti sulla cava

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Sono tante le domande che i cittadini si stanno ponendo

Preoccupazione a Lozzolo per il nuovo progetto che interessa la cava del paese. Sabato mattina in municipio si è svolto un incontro durante il quale il Comune ha cercato di dare risposte ai cittadini. Intanto a tranquillizzare tutti ci pensa il dottor Alberto Grisoni: «In Italia da qualche anno ogni cosa di cui una persona deve disfarsi è denominata rifiuto. I “rifiuti” in quanto tali vanno in discariche autorizzate solo per quel tipo di rifiuto. Sono controllate da Provincia, Arpa e Asl. Ora la Regione obbliga R.M. a chiudere e ripristinare l’ambiente della miniera. Il buco va quindi colmato con terra, sabbia, mattoni e similari, che però adesso sono chiamati rifiuti e quindi devono essere smaltiti in una discarica controllata di inerti non pericolosi. Chiaro che da questi “rifiuti” non esce nessun odore o altro che possa danneggiare l’ambiente. In altri tempi si sarebbe detto che avremmo fatto un riempimento con terra e similari. R.M. ha quindi affidato questa gestione a operatori e professionisti con esperienza pluridecennale nel settore e che hanno attivato quest’iniziativa a mezzo della società Ulisse srl».

Insomma non si tratta di rifiuti o scarti, assicurano da R.M., titolare dell’area. Il progetto è stato presentato con la pubblicazione sui giornali locali come prevede la prassi burocratica. «Anche noi, in Comune, siamo stati informati una volta che il progetto è stato depositato – spiega il sindaco Roberto Sella -. Siamo comunque disposti e vogliamo approfondire la questione». Intanto anche su Facebook non mancano gli appelli sul progetto che riguarda località Fornaccio. «Perché questo progetto non è stato reso noto alla comunità lozzolese, quando i documenti di verifica di compatibilità ambientale (cfr. la seduta del 27 novembre 2015) danno parere favorevole? I documenti, firmati, bollati ed esposti in albo provinciale il 3 dicembre 2015, sono divenuti esecutivi il giorno 14 dicembre 2015, quindi quasi un anno fa». E i cittadini nell’appello aggiungono anche: «Si parla del fatto che l’opera rientra nella categoria ‘’discariche di rifiuti urban’’. Vogliamo sapere a cosa si riferisce: stiamo parlando di indifferenziato?». Insomma tante domande per avere maggiore chiarezza sul progetto che preoccupa il paese.

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