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«Alloggio fatiscente, così non posso andare avanti». La protesta a Borgosesia

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«Alloggio fatiscente: mio figlio disabile è in difficoltà». La richiesta di aiuto di una donna di Borgosesia.

«Alloggio fatiscente»

Una richiesta di aiuto per la casa. «Il bagno dell’alloggio in cui viviamo non è adeguato, con sanitari e rubinetti rotti, addirittura pericoloso per mio figlio disabile. Abbiamo bisogno di un aiuto»: la segnalazione arriva da Salvatrice Scartarelli che vive in una delle palazzine gestite dall’Atc, l’Agenzia territoriale per la casa, in via Salvo D’Acquisto a Borgosesia. La donna si è trasferita da poco nell’alloggio in una delle zone residenziali più abitate della città, una traversa di viale Rimembranze. «Viviamo qui da due mesi e mezzo – racconta -. Prima abitavamo a Quarona, poi abbiamo cercato di trovare una soluzione perché purtroppo mio figlio, a causa del Covid, ha riportato una serie di problematiche che gli hanno fatto perdere mobilità e non gli consentono di condurre la sua vita come prima».

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Le migliorie

Da Quarona la famiglia è scesa a Borgosesia: «Ci era stato detto che c’erano tre alloggi disponibili: di questi, alla fine abbiamo chiesto di poter avere quello in via Salvo D’Acquisto – prosegue Scartarelli – che comunque richiedeva qualche miglioria». Nel corso delle settimane la donna dice di aver effettuato diversi interventi per fare in modo che la permanenza fosse delle migliori. «Di tasca mia ho sborsato tanto denaro per sistemare alcune problematiche dell’appartamento, principalmente per fare in modo che mio figlio potesse muoversi più agevolmente – spiega -. Però il bagno è in condizioni disastrose e ora chiedo aiuto se qualcuno possa intervenire per le riparazioni».

I problemi

Scartarelli racconta che i sanitari presentano parecchie problemi: «La doccia versa in condizioni assurde e mio figlio avendo problemi di mobilità ha anche paura di cadere – evidenzia la donna -, il lavandino ha una serie di crepe, rubinetti sono tenuti insieme con nastro adesivo. Senza contare che abbiamo il tubo dello scarico per la lavatrice che ha tantissimi problemi e sta diventando difficile da utilizzare». Come accennato, la palazzina non è gestita dal Comune ma dall’Atc ed è proprio a questo ente che la donna si è rivolta più di una volta per chiedere supporto. «Abbiamo chiamato tante volte l’Atc ma nessuno ci ha mai proposto delle soluzioni, ho chiesto anche di poter avere un nuovo alloggio, ma non è arrivata una risposta concreta – conclude -. Speriamo che qualcuno si prenda a cuore la nostra situazione e riesca ad intervenire: sono preoccupata in particolare per mio figlio che con i problemi di salute con cui sta convivendo, non può certo continuare a vivere in una situazione così precaria».

Immagine di repertorio

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