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Assurdità Dpcm: residenti “prigionieri” nei comuni più grandi

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Assurdità Dpcm

Assurdità Dpcm: chi vive in un paese con più di 5mila residenti non può uscirne, mentre gli abitanti dei comuni più piccoli possono muoversi nell’arco di trenta chilometri.

Assurdità Dpcm, gli spostamenti

Il dpcm fissa grossi limiti agli spostamenti e detta le differenze tra comuni più grandi e paesi più piccoli. Tra le regole che si devono osservare a causa del ritorno del Piemonte in zona arancione ce ne sono anche alcune piuttosto “strambe”. Tra queste, la più stramba di tutte è probabilmente quella che prevede la possibilità per chi abita nei paesi al di sotto dei 5mila abitanti di potersi muovere per un raggio di 30 chilometri senza però potersi recare nel capoluogo di provincia. Chi vive in comuni con più di 5mila residenti, invece, non può andare in altri paesi e città, se non per motivi di lavoro, salute o necessità e sempre con l’autocertificazione.

Consultare i territori

Eraldo Botta, sindaco di Varallo e presidente della Provincia non usa mezzi termini per commentare la scelta del Governo: «Un’assurdità e oltretutto una regola poco producente, se l’obiettivo è quello di limitare i contagi. Perché se sono di Varallo e di solito vado a trovare un amico o i genitori che abitano a Quarona, nulla vieta che loro possano farlo. Quindi di fatto ci si scambia, ma non si limitano gli spostamenti. Purtroppo anche in questo caso si tratta di una decisione che hanno preso a Roma, senza minimamente consultare i territori. Quanti comuni con più di 5mila abitanti ci sono in Valsesia? E vogliamo considerare Varallo un comune grande? Purtroppo manca un po’ di buon senso, sarebbe stato meglio consultare Province e comuni e lasciare a loro la possibilità di fare le valutazioni del caso. Ma anche stavolta non c’è stato il tempo, il dpcm è uscito oggi per domani».
Al di là dell’assurdità del provvedimento, comunque, Botta invita i suoi concittadini ad “obbedire”: «Le regole vanno rispettate, anche per non mettere in imbarazzo gli uomini delle forze dell’ordine che le multe devono farle perché è il loro lavoro. Evitiamo di trasgredire, non ci serve a nulla».

Sulla neve

La regola degli spostamenti non piace neppure a Giampiero Orleoni, responsabile di Icemont, l’azienda che gestisce gli impianti della stazione turistica di Piatto. «Qui in questi giorni un po’ di gente c’è, tra atleti e allenatori che fanno attività agonistica sulle piste e proprietari di seconde case. Ma a causa delle regole imposte dal Governo, da Biella o da Valdilana, il cui confine dista sì e no 500 metri da Bielmonte, non si può venire. Le regole ci sono e vanno rispettate, per carità, ma queste limitano davvero gli spostamenti». Anche secondo Orleoni ci sarebbe da discutere sull’utilità di questi divieti: «Certamente non si risolve il problema dei contagi impedendo alla gente di venire qui. L’anno scorso a marzo, in uno dei momenti più difficili della pandemia, abbiamo fatto un’indagine seria e non abbiamo trovato nessun caso di covid tra i nostri dipendenti. Purtroppo però non si può fare altrimenti e non decidiamo no noi».
Nell’ultimo decreto del presidente del consiglio Giuseppe Conte l’unico spiraglio di libertà è stato concesso per le seconde case: i proprietari, infatti, possono andarci, contrariamente a quanto era successo durante le festività natalizie, anche se sono fuori regione e anche in zona arancione. Resta possibile, come sempre, “il rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione”.

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