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Borgosesia piange Mario Agostino, storico sacrestano di Sant’Anna

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Borgosesia piange

Borgosesia piange Mario Agostino: per quarant’anni ha curato la chiesa di Sant’Anna.

Borgosesia piange Mario

Addio a un volto storico di Sant’Anna: per più di quarant’anni si è preso cura della chiesa borgosesiana. Domenica scorsa si è spento Agostino Mancin, conosciuto come Mario; aveva 95 anni.
Nato il 23 febbraio 1926 a Contarina, paese in provincia di Rovigo, Mancin si era trasferito in Valsesia nel 1954 insieme alla moglie Amelia Maestri; dal matrimonio sono nati i figli Maria Teresa e Andrea. Arrivato a Borgosesia aveva iniziato a lavorare come artigiano edile, per poi entrare alla Tessitura di Crevacuore dove è rimasto occupato sino alla pensione.

Il ruolo di fabbriciere

Mancin era conosciuto da tantissime persone soprattutto per la collaborazione con la parrocchia, in particolare a servizio del santuario di Sant’Anna: dalla metà degli anni Settanta, frequentando la chiesa del rione (abitava a Montrigone) ha iniziato a collaborare con i precedenti fabbricieri; quando è stato necessario sostituirli, ha assunto lui l’incarico. Per più di quarant’anni ha avuto cura della chiesa, ha tenuto la contabilità, gestito e comprato le candele, registrato messe e anniversari.

Sempre disponibile

Nel suo ruolo di fabbriciere, Mancin è sempre stato a disposizione per chiunque: «Un uomo buono, disponibile e apprezzato da tutti per la sua gentilezza – dice la figlia Maria Teresa -. Riusciva sempre a far stare bene e far sorridere tutti, era una persona di compagnia: quando venivano organizzate gite con la parrocchia era sempre presente».
In qualche occasione Mario Mancin aveva anche coadiuvato il parroco durante la messa, e in passato era lui a occuparsi di suonare le campane. Con la chiesa del rione ha avuto un legame molto speciale: era molto legato alle celebrazioni religiose come la Via Crucis o la ricorrenza di Sant’Anna con il pranzo per tutta la comunità.

La sua famiglia

Altrettanto profondo era il legame con la famiglia: «Papà c’era sempre per tutti noi – prosegue la figlia -. Lui e la mamma non ci hanno mai fatto mancare nulla: il loro matrimonio, durato più di settant’anni, ha rappresentato una sicurezza per la nostra famiglia. Quest’anno abbiamo potuto festeggiare insieme la Pasqua, il giorno dopo abbiamo ancora bevuto il nostro caffè insieme, come eravamo soliti a fare. Ma di lì a poco ha avvertito i primi do- lori, ed è stato necessario portarlo in ospedale».
Il funerale di Mancin è stato celebrato martedì pomeriggio in chiesa parrocchiale; ha lasciato la moglie Amelia, i figli Maria Teresa con Albino e Andrea con Lorella, i nipoti Simona, Uber e Matteo.

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