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Cardiologia al top con la firma di Borgosesia

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A Vercelli Fancesco Rametta ha guidato un’équipe in un intervento d’avanguardia contro lo scompenso cardiaco

E’ un cardiologo borgosesiano il medico che all’ospedale di Vercelli ha eseguito un intervento d’avanguardia contro lo scompenso cardiaco, secondo caso in Italia eseguito a distanza di pochi giorni dal primo realizzato a Torino. Si tratta del dottor Francesco Rametta, direttore della struttura cardiologica degli ospedali di Borgosesia e Vercelli, che già in passato si era messo in luce per terapie di eccellenza nel suo reparto e che nel capoluogo provinciale ha guidato un’équipe. L’intervento eseguito al Sant’Andrea rappresenta un trattamento sempre più mirato per contrastare lo scompenso cardiaco.

«Si tratta – spiegano dall’Asl – dell’impianto di un dispositivo innovativo che modifica la contrattilità delle cellule miocardiche. Il paziente a cui è stato impiantato il dispositivo è un uomo affetto da una grave forma di scompenso cardiaco, da tempo in lista per il trapianto di cuore ma senza la possibilità di ricevere un cuore compatibile. L’intervento è stato eseguito dal direttore della cardiologia dottor Francesco Rametta e dalla dottoressa Lorella Barbonaglia, con il supporto di un ingegnere tedesco arrivato da Monaco».

Finora sono stati solo due in tutto gli impianti di questo tipo realizzati in Italia, ed eseguiti a distanza di pochi giorni a Torino e Vercelli. «Grazie a questa tecnologia – spiegano ancora dall’Azienda sanitaria – il muscolo cardiaco viene stimolato con impulsi elettrici ad alto voltaggio: l’obiettivo non è solo quello di produrre il battito cardiaco, come avviene per i pacemaker, ma determinare una rimodulazione del metabolismo del calcio. Quest’ultimo, infatti, nel cuore affetto da scompenso si riduce. La stimolazione prodotta dal dispositivo consente una progressiva riattivazione di geni e proteine che regolano il rilascio del calcio, migliorando la funzionalità del cuore e contrastando l’insufficienza cardiaca».

In pratica, è un impianto che cerca di ridare la massima funzionalità possibile a un cuore che da solo non ce la fa più, evitando quando è possibile il trapianto. Tecnicamente questo impianto viene collocato in una tasca sotto la pelle e i due o tre elettrocateteri conducono l’impulso elettrico fino al ventricolo destro, dove avviene la stimolazione del cuore. È un trattamento utilizzato per quei pazienti che non rispondono alle terapie attualmente disponibili e che non possono essere inclusi nelle liste trapianto.

Vale la pena ricordare che l’insufficienza cardiaca è un problema di salute pubblica di enorme rilievo: sono circa 600mila le persone affette da tale malattia in Italia e si stima che la sua frequenza raddoppi. In Piemonte i ricoveri per scompenso rappresentano il 2,2 per cento del totale dei ricoveri, circa 12mila all’anno. Dopo i 65 anni arriva al 10 per cento circa e rappresenta la prima causa di ricovero in ospedale. Questo e altri apparecchi rappresentano quindi validi alleati per fornire alcune soluzioni utili per prolungare e migliorare la durata della vita.

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