Attualità
Carnevale Borgosesia ricorda “Dina” Cappellaro, Gin negli anni ’60
Carnevale Borgosesia ricorda una storica maschera femminile: se n’è andata Adelaide “Dina” Cappellaro. Vestì i panni della Gin negli anni Sessanta.
Carnevale Borgosesia, addio a Dina
Addio a una Gin Fiammàa che ha fatto la storia del Carnevale ricevendo per la prima volta le chiavi della città: venerdì è stato celebrato il funerale di Adelaide “Dina” Cappellaro; aveva 93 anni. Aveva impersonato dal 1964 al 1966 la maschera femminile del carnevale di Borgosesia. Era molto conosciuta anche per il suo lavoro: con il fratello Luigi aveva portato avanti l’agenzia assicurativa aperta dal papà, con un ufficio con sede prima in via Vittorio Veneto e successivamente in piazza Cavour. Sposata con Mario Massarotti, era vedova da diversi anni. Abitava in via don Terrini, nel rione Aranco.
La prima cerimonia delle chiavi
A fianco del Peru di Mario Casagrande, Cappellaro è stata al centro di uno dei momenti più significativi del carnevale borgosesiano: fu proprio questa coppia di regnanti ad aver ricevuto per la prima volta nella storia della manifestazione le chiavi della città dalle mani del sindaco. Avvenne nel 1964, ricevendo il simbolo della città dall’allora primo cittadino Giuseppe Regis Milano.
Anche dopo l’esperienza come Gin, Dina Cappellaro non ha mai dimenticato il legame con il carnevale, partecipando alle manifestazioni o, in tempi più recenti, anche solo per un saluto alle maschere, alle damigelle o ai cilindrati in occasione del Mercu Scurot. Proprio per questo affetto, è stata anche consigliere del Comitato d’onore del carnevale.
La storia del Carnevale
«Dina ha fatto la storia del nostro carnevale – la ricorda Marco Canuto, presidente del comitato carnevale Borgosesia -. In quegli anni accanto lei c’erano Mario Casagrande a impersonare il Peru Magunella, c’erano il Benito Pitu e il Cichinun. A livello personale posso dire di conoscerla da sempre: una donna a cui sono stato molto affezionato. Ha sempre avuto una parola buona e un sorriso, con chiunque. Era una signora d’altri tempi».
L’affetto per il carnevale e il legame con il comitato è stata una caratteristica della famiglia Cappellaro: al fratello Luigi, pure nel comitato d’onore, è stato conferito nel 2017 il premio Zanni che viene assegnato durante il pranzo del Mercu Scurot.
Un punto di riferimento
Conclusa l’esperienza come maschera femminile, Dina Cappellaro non ha tuttavia abbandonato il carnevale: «Anche se non più in maniera attiva, è sempre stata presente e vicina al quel mondo che tanto ha amato – prosegue Canuto -. Ha rappresentato soprattutto un punto di riferimento per le Gin che sono venute dopo: tutte coloro che si sono succedute nel ruolo, hanno sempre cercato i suoi consigli. E il legame tanto forte con le Gin è stato dimostrato dalla presenza di tante di loro giovedì al suo rosario».
Il funerale di Dina Cappellaro è stato celebrato venerdì mattina nella chiesa della Santa Croce di Aranco. Ha lasciato il fratello Luigi, la cognata Ivana e i nipoti Raffaella e Stefano con le rispettive famiglie.
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