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Casa fatiscente: donna di Varallo finisce sul Tg5

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Casa fatiscente: donna di Varallo finisce sul Tg5

Casa fatiscente: una donna di Varallo si è rivolta all'”Indignato speciale” del Tg5 per segnalare le sue difficoltà nell’alloggio assegnato dal Comune. Ma l’ente replica: «Nel corso degli anni ci sono stati vari cambi e proposte».

Casa fatiscente: il caso al Tg5

«Abito in un alloggio fatiscente assegnatomi dal Comune». Così l’altro giorno una donna di Varallo ha raccontato la sua esperienza a “Indignato speciale”, il format del Tg 5. Ma il Comune di Varallo replica: «Sono anni che proponiamo soluzioni abitative idonee e sempre rifiutate dalla signora».

La situazione

Nella puntata del 10 novembre la donna ha raccontato: «Mi sono rivolta all’Indignato speciale perché essendo invalida al 100% mi sono vista assegnare un alloggio al terzo piano e senza ascensore. Sono caduta diverse volte». E poi ha aggiunto: «E’ capitato spesso di dormire in auto, non è possibile usare il riscaldamento e l’impianto elettrico non è a norma. Inoltre ai muri c’è la muffa». .La donna ha poi aggiunto: «Nel 2020 i vigili del fuoco mi hanno certificato l’inagibilità dell’alloggio. Chiedo una sistemazione adeguata e vicino all’ospedale – ha aggiunto la donna -. Ho paura di continuare a vivere qui».

La replica del Comune

L’amministrazione comunale del sindaco Eraldo Botta ha voluto intervenire per chiarire la situazione: «Nel servizio si è parlato dell’alloggio assegnato ad una nostra concittadina, nota ai servizi sociali, poiché da anni chiede assistenza. Per una corretta informazione al momento ci limitiamo a ricordare che alla signora, dal 2003 ad oggi, sono stati assegnati ben 5 alloggi: ogni volta è stato necessario procedere al cambio per motivi legati “all’incompatibilità ambientale” tra la stessa e gli inquilini dei palazzi o perché da lei non ritenuti idonei. Nel dicembre del 2019 le è stata anche proposta una soluzione che avrebbe sicuramente eliminato il problema delle barriere architettoniche, in quanto l’immobile era dotato di ascensore, ma la signora l’ha rifiutata adducendo problematiche per le quali questa amministrazione aveva anche previsto idonea soluzione».

Un’altra soluzione

La replica del Comune prosegue: «A ogni segnalazione di disagio abitativo, si è cercato di riproporre tale soluzione, cercando di fare opera di convincimento, ma ogni tentativo è stato vano. In relazione all’alloggio in questione, condotto dalla signora in modo a dir poco discutibile, abbiamo effettuato numerosi sopralluoghi. In particolare, a seguito di una recente segnalazione abbiamo provveduto alle opportune verifiche sulla tenuta dell’impianto del gas, che ha dato esito negativo».

L’assistenza

E il Comune di Varallo in una nota ricorda ancora: «Negli anni non sono mancati nei suoi confronti, da parte dei servizi comunali e socio assistenziali dell’Unione Montana Valsesia, aiuti di carattere economico (contributi, pagamento di bollette energetiche, buoni spesa alimentari), aiuti nella ricerca di un collocamento lavorativo, in prima battuta accettati e in breve tempo abbandonati per dichiarati conflitti relazionali con colleghi e datori di lavoro».

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1 Commento

1 Commento

  1. Paola

    14 Novembre 2021 at 9:21

    Mi sorge un dubbio sulla storia della casa di Varallo ma come fa a chiedere una casa vicina all’ospedale se l’ospedale non c’e’ più da anni.

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