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Catena umana sul Sesia tra Romagnano e Gattinara: ridateci il ponte

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Catena umana sul Sesia tra Romagnano e Gattinara: ridateci il ponte.  Una cordata tra due comunità vicine, ma divise da ormai nove mesi, esattamente dal mattino del 3 ottobre 2020, quando crollò il ponte di Romagnano, le fondamenta scalzate dalla grande piena del Sesia.

Catena umana sul Sesia

Domenica mattina, a partire dalle 9.30, sul greto del fiume all’altezza del ponte ferroviario, si incontreranno una rappresentanza di abitanti di Romagnano e di Gattinara per sensibilizzare chi di dovere ad accelerare i lavori per la costruzione della passerella provvisoria, che dovrà unire nuovamente le due sponde per tornare a percorrere senza lunghi giri le distanze che oggi li dividono dalle loro abituali attività.

«Niente politici»

«Abbiamo voluto definire questo momento un incontro familiare, piuttosto che una manifestazione, perché avrà una connotazione totalmente apolitica – spiega l’ideatore dell’iniziativa, Gustavo Ortiz -. Allo stesso modo, nessun colore di partito hanno i due gruppi Facebook e Whatsapp nei quali si sono trovati molti cittadini, uniti da un unico grande problema concreto: quello di dover rivedere molta parte delle loro vite, a causa della mancanza improvvisa del collegamento tra i due territori».

«Siamo la gente che tribula»

In tal senso, Ortiz sottolinea quali siano i disagi che da lunghi mesi deve sopportare chi per vari motivi è solito spostarsi tra le due province.

«Non vogliamo protestare, vogliamo solo far capire che ci sono centinaia di persone che stanno perdendo molto tempo per superare una distanza che, normalmente, impegna pochi minuti – precisa infatti Ortiz –. Chi lavora, chi studia è il più penalizzato, perché non ha alternative. Chi ruotava la propria vita tra i due territori per le spese, le visite, anche lo svago, deve mettere in conto parecchio più del solito, oppure cambiare destinazione. Il nostro gruppo Facebook, “Romagnano e Gattinara per il ponte”, ha raggiunto i 2.700 iscritti, mentre su Whatsapp si sono riunite più di 220 persone, al grido di “Vogliamo il nostro ponte”. Questo significa che il problema è molto sentito. Noi non facciamo troppo rumore e, soprattutto, vogliamo che chiunque abbia interesse in qualunque contesto politico se ne stia ben alla larga. Vogliamo che si senta solo la voce della gente».

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