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Cellio ricorda uno degli ultimi partigiani: Anselmo Velatta aveva 97 anni

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Cellio ricorda Anselmo Velatta, il partigiano “Volpe”: «A livello personale è stato un amico eccezionale. Ed è stato un partigiano molto coraggioso, che si è sempre messo a disposizione degli altri».

Cellio ricorda Anselmo Velatta

Era “l’uomo del Briasco”, innamorato di quei luoghi dove aveva vissuto in prima persona la Resistenza. Amava la vita, la famiglia, i suoi monti e il lavoro. Anselmo Velatta è morto venerdì scorso, a 97 anni, nella sua casa di Cadarafagno. Per il funerale del partigiano “Volpe”, lunedì pomeriggio la chiesa parrocchiale della frazione di Cellio con Breia era gremita di amici e conoscenti e di rappresentanti dell’Anpi.
Originario di Carega, dove era nato nel 1925, Velatta si trasferì dopo il matrimonio a Cadarafagno e lì è sempre rimasto a vivere. E’ stato partigiano combattente della Brigata Rocco, che alla morte del comandante Nello Olivieri, il 27 agosto 1944, venne ribattezzata 6a Brigata d’assalto Garibaldi “Nello”.

La perdita dell’amico

«Negli anni della guerra – racconta Alessandro Orsi, presidente della sezione Anpi di Borgosesia – aveva stretto un rapporto di amicizia molto profondo con il partigiano Santino Campora, pure lui di Carega. Avevano fatto insieme la Resistenza, erano grandi amici e avevano affrontato insieme i momenti più duri. Campora rimase ucciso nel 1945, nella battaglia di Fara, Anselmo era sopravvissuto e di questo per molti anni non se n’era fatto una ragione».
Nonostante il periodo della guerra lo avesse segnato profondamente, con gli anni Velatta riuscì a superare quel periodo: «Era un uomo molto diretto, e profondamente onesto – prosegue Orsi -, se prendeva un impegno lo portava a termine. A livello personale è stato un amico eccezionale. Ed è stato un partigiano molto coraggioso, che si è sempre messo a disposizione degli altri. Per questo era molto apprezzato e amato dai rappresentanti dell’Anpi». A dimostrazione della stima nei suoi confronti, al funerale hanno presenziato rappresentanti delle Anpi di Borgosesia, Quarona, Varallo, Prato Sesia e Romagnano.

Il lavoro

Nel dopoguerra, dopo aver lavorato per un breve periodo in tessitura, Velatta aveva avviato il mestiere di boscaiolo: «Fino a 94 anni ha fatto il boscaiolo, il lavoro che meglio lo ha rappresentato – continua Orsi -. Amava il suo mestiere, era soprattutto un piacere, che ha svolto finché gli è stato permesso farlo: ancora a 94 anni lo si vedeva alla guida del suo trattore, aveva smesso non per mancanza di volontà, ma per le chiusure imposte per l’emergenza sanitaria Covid». Era conosciuto come l’uomo del Briasco: «Era legatissimo a quei luoghi legati alla Resistenza – dice Orsi -. Non ha mai perso una commemorazione al Briasco. Questi monti e i suoi sentieri, Anselmo li conosceva perfettamente. Ancora a 94 anni era solito camminare su quei sentieri».
Anselmo Velatta ha lasciato i figli Luigina, Franca, Ivana e Massimo e la nuora Elisabetta. Al termine del funerale, celebrato dal parroco don Lorenzo Rosa, la salma è stata tumulata nel cimitero di Carega.

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