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Cgil Vercelli Valsesia: “I precari del Covid vanno assunti subito”

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Cgil Vercelli Valsesia: “I precari del Covid vanno subito assunti”.

Cgil Vercelli e Valsesia: l’appello

Un Ordine del Giorno dell’Assemblea generale della Funzione Pubblica CGIL Vercelli Valsesia chiede un percorso di stabilizzazione per i precari della Sanità e politiche più responsabili da parte della Regione Piemonte. 

Oggi centinaia e centinaia di lavoratori che hanno affrontato in prima linea la pandemia si troveranno presto senza lavoro. Le assunzioni cosiddette “COVID” erano e sono state a termine, con contratti spesso atipici (interinali – cooperative), etc. I lavoratori della Sanità pubblica e privata, delle RSA sono passati da eroi a lavoratrici e lavoratori dimenticati.  

E dopo vari incontri avvenuti presso l’Assessorato Sanità della Regione Piemonte, a oggi non si è ancora concretizzato un vero percorso di stabilizzazione nonostante gli annunci a mezzo stampa.

A fronte di tale contesto, l’Assemblea generale della Funzione Pubblica CGIL Vercelli Valsesia ha evidenziato – in un Ordine del Giorno approvato all’unanimità lo scorso 17 marzo – le enormi contraddizioni dell’attuale sistema e ha ritenuto fondamentale garantire un futuro a tutti i lavoratori, e in particolare modo rivendica ai precari, per i quali rivendica un percorso di stabilizzazione che porti a una assunzione a tempo indeterminato. 

La stessa Assemblea ha espresso anche forte preoccupazione per la Sanità del territorio a partire dalla situazione incerta di alcuni reparti del Presidio Ospedaliero di Borgosesia e ha conferito mandato alla Segreteria di Categoria di porre in essere tutte le iniziative necessarie a responsabilizzare la Regione Piemonte. 

La stessa Assemblea Generale nella consapevolezza e nel pieno rispetto del tema della pace e di come debba essere praticato quotidianamente, ha evidenziato come, a fronte di una crescita della spesa militare che persegue politiche di morte, sia inaccettabile continuare a tagliare la spesa sanitaria destinata a politiche per la cura e la vita. Dicendo No alla guerra, No al riarmo ha chiesto un rafforzamento del sindacato internazionale, a partire da quello europeo, per poter avere un ruolo concreto per la pace

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