Attualità
Compie tre anni il centro per minori di Gattinara. Ospitati finora una ventina di ragazzi
Compie tre anni il centro per minori di Gattinara. Attualmente sono ospitati 12 ragazzi, una ventina dall’apertura.
Inaugurato tre anni fa il centro per minori di Gattinara
La comunità educativa residenziale “Binario 9 ¾” di Gattinara si avvicina a spegnere tre candeline. La sede, gestita dalla cooperativa “I colori del sorriso” di Arborio, è situata nella ex stazione ferroviaria cittadina e fino a ora ha accolto una ventina di giovani.
«Sono passati due anni e mezzo da quando abbiamo aperto la comunità – spiega Annalisa Ferrarotti, che segue il progetto insieme al marito Paolo Fanetti – e tanti sono i traguardi che abbiamo raggiunto insieme ai nostri ragazzi. Molteplici i momenti di crescita e di vita condivisi con gli adolescenti e siamo davvero molto soddisfatti di come si sta procedendo».
«Riguardo al personale, invece, la comunità può contare su tre oss e cinque educatori. Poi ci sono io, che sono educatrice e coordinatrice, mio marito che è responsabile, e mia cognata che è un grande punto di riferimento e ci offre un immenso aiuto nella gestione della vita quotidiana».
Al momento una dozzina di residenti
«Sono in totale 12 i ragazzi residenti al momento – precisa Ferrarotti –, che arrivano da diverse parti di Italia. Nel corso di questi due anni e mezzo, cinque ragazzi, dopo una esperienza in comunità, sono tornati nelle loro famiglie, e c’è stato anche un caso di adozione».
La struttura accoglie giovani che si trovano in situazioni di disagio e di disadattamento, con famiglie multi problematiche.
«L’obiettivo della comunità è di offrire ai ragazzi la loro autonomia per poi tornare nelle loro famiglie o seguire altri percorsi in base a quanto viene poi stabilito dai tribunali competenti. Importante evidenziare che ogni caso è a sé e non ci sono misure prese in toto, uguali per tutti – prosegue Ferrarotti –. La giornata dei nostri ragazzi vuole essere simile a quella dei loro coetanei: si va a scuola, poi si torna in comunità a svolgere i compiti. In base alle loro aspirazioni, poi, alcuni giovani partecipano ad attività extra. Abbiamo chi gioca a calcio, chi invece fa danza e chi suona uno strumento. Inoltre promuoviamo uscite insieme, ma anche collaborazioni con i centri estivi e cerchiamo opportunità di stage e tirocini per chi è più grande».
«La soddisfazione più grande di questo lavoro è la crescita dei nostri giovani – conclude la coordinatrice –. Molti arrivano spaesati e senza regole, poi dopo qualche mese ritrovano la loro strada. È commovente sentirli parlare di futuro e fare progetti: una cosa che sembra “normale” per un adolescente, ma non per tutti è così».
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