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Così hanno ucciso quei dieci ragazzi. Ghemme, la testimonianza di Nini Arbeia

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Così hanno ucciso

Così hanno ucciso quei dieci ragazzi: a Ghemme la preziosa testimonianza storica della partigiana “Nini”.

“Così hanno ucciso quei dieci ragazzi”

A distanza di 76 anni, Ghemme ricorda l’eccidio dei Dieci Martiri con una testimone diretta della tragedia. Domenica scorsa in occasione della commemorazione dei Dieci Martiri a Ghemme, una delegazione delle amministrazioni comunali cittadina e di Bellinzago hanno ricordato il sacrificio di dieci giovani ragazzi che hanno perso la vita il 6 marzo 1945 in una zona del paese che li ricorda con un monumento a loro dedicato, dove al tempo c’era il campo di aviazione. Dopo la benedizione impartita dal parroco don Piero Villa, e gli interventi dei due sindaci, Fabio Sponghini di Bellinzago e Davide Temporelli di Ghemme, è intervenuta la partigiana “Nini”, presente all’epoca dei fatti. Presenti una delegazione del gruppo alpini di Sizzano e della sezione Ana di Novara, e una delegazione della sezione Anpi di Ghemme e Sizzano e alcuni parenti dei dieci Martiri.

Così hanno ucciso

Il racconto di Nini

Testimone d’eccezione di quel giorno la signora Costanza Arbeja che ha portato un mazzo di fiori per i giovani. La donna, partigiana in borghese del Cpi (Centro Informazioni Partigiane), soprannominata Nini, ha ricordato nitidamente quegli attimi drammatici e ha dato ai presenti una sua versione dei fatti storici. «Avevo soltanto 18 anni quando mi trovavo a Ghemme per lavoro ed ho assistito all’uccisione dei ragazzi, uno dei quali ha cercato di scappare ed è stato colpito da una pallottola dell’ufficiale nazifascista, il quale non ha esitato a spezzare dieci giovani vite», afferma la donna e le fa eco Piero Beldì, vice Presidente Casa della Resistenza di Fondotoce e responsabile attività culturali della Stella Alpina di Pombia, il quale ha annunciato ai rispettivi Comuni che sta preparando un libro che riporta un raccolta di testimonianze della signora Costanza con momenti vissuti durante la seconda mondiale.

Così hanno ucciso

La partigiana

Costanza Arbeja nasce a Oleggio nel 1926. In seguito si trasferisce con la famiglia a Borgosesia. Fin dal 1943 tutta la famiglia decide di aderire alla Resistenza, aiutando e proteggendo i fuggiaschi per aggregarli alle formazioni di Moscatelli. Costanza partecipa già a 17 anni attivamente alla lotta partigiana sia come crocerossina, sia nelle operazioni militari, nelle formazioni della “Nello” e in distaccamenti vari, anche quando il regime mette in carcere tutta la sua famiglia. All’inizio del ’45 è chiamata a far parte del Cip (Centro Informazioni Partigiane) e inviata in missioni delicate, molto pericolose e di fondamentale importanza per tutto il movimento partigiano. Dopo la Liberazione diventa la prima segretaria Anpi di Borgosesia. Ancora oggi, all’età di 95 anni, è un’incessante e appassionata divulgatrice di memorie della Resistenza.
Le dieci giovani vittime sono Carmelo Ardizzola (nato a Barengo), Frediano Bagnati Adriano Barbero, Ernesto Bovio, Binami Miglio, Mario Tosi, Luigi Prandi, Luigi Vandoni (nati a Bellinzago), Ernestino Boschi (nato a Villadossola), Piero Sassoni ( nato a Novara).

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