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Diabetici, prenotazioni fino al 2017

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Fatte salve le urgenze, chi prenota oggi una visita diabetologica  rischia di vedersi assegnare una data a partire dal 2017. Lo segnala Franco Ventura, presidente dell’associazione diabetici Valsesia e Valsessera, che ancora una volta si fa portavoce del disagio di tanti associati costretti ad adeguarsi al drastico taglio di orari dell’ambulatorio del “Santi Pietro e Paolo”. 

Il problema, come è noto, si è presentato con il pensionamento di Nicoletta Pinna, per anni specialista di riferimento all’Ospedale di Cascine Agnona. Da luglio, data in cui la diabetologa ha terminato il percorso professionale, la situazione è andata via via complicandosi. Pinna seguiva, infatti, circa 3500 pazienti gestendo quotidianamente l’ambulatorio, aperto cinque giorni la settimana, otto ore al giorno. 

All’atto del suo pensionamento l’Asl, rifacendosi alle disposizioni nazionali orientate al contenimento dei costi, non ha sostituito il medico stabilendo di mantenere attivo l’ambulatorio borgosesiano solo nei giorni di martedì e giovedì, peraltro con orario ridotto a causa delle trasferte dei medici specialisti provenienti dal nosocomio del capoluogo.

“A fronte di queste decisioni, e delle conseguenze da esse generate – sottolinea Egidio Archero, presidente provinciale dell’associazione diabetici – abbiamo chiesto ai vertici dell’azienda sanitaria almeno la salvaguardia della qualità del servizio. A giorni sarà convocata la commissione diabetologica aziendale che ci consentirà di affrontare le criticità emerse da luglio a oggi. 

L’Azienda sanitaria, dal canto suo, fa sapere che “le decisioni prese in merito rispecchiano i parametri espressi dalla letteratura scientifica”. Stando al protocollo, infatti, i pazienti diabetici devono essere distinti in tre livelli: precauzionale, paziente con patologia nota ma senza complicanze (tipo 2) e paziente con patologia nota con complicanze croniche (tipo 1). I pazienti di tipo 2 devono essere gestiti in modo integrato: di loro dovrebbe occuparsi prevalentemente il medico di medicina generale. Al diabetologo, con la prima visita, solo il compito di predisporre il programma di trattamento e gli obiettivi terapeutici da raggiungere per prevenire complicanze croniche legate alla malattia. Mentre al medico di medicina generale è tenuto a eseguire le visite di controllo periodiche del paziente e, annualmente, rinviarlo al centro diabetologico per lo screening delle complicanze e la valutazione della terapia in atto. Un approccio volto ad assicurare continuità assistenziale e massimo livello di appropriatezza ed efficacia. 

“Tuttavia – conclude Ventura – non tutti i medici di medicina generale hanno aderito al protocollo e per quei pazienti il cui medico non si è assunto tale onere il monitoraggio periodico può essere fatto solo nell’ambulatorio ospedaliero”.

E se a Borgosesia, da luglio, i 3500 pazienti diabetici non hanno più uno specialista di riferimento, i 4500 in carico a Vercelli possono contare su ben cinque diabetologi. 

 

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