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Discarica di Ghemme: «Si faccia un recinto intorno all’area inquinata»

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E se sono stati interrati rifiuti industriali al di fuori della discarica?

A Ghemme continua a tenere banco il problema della discarica. I cittadini vogliono delle sicurezze e le hanno richieste a gran voce durante l’incontro pubblico tenuto giovedì 15, in cui ha mosso i primi passi il neonato “Comitato post-discarica Ghemme Cavaglio”. La giornalista loro concittadina Sabrina Marrano ha proiettato un video intitolato “Bomba ecologica a Ghemme e Cavaglio”, dove si illustra la situazione del sito: le riprese aeree mostrano un’area incredibilmente vasta coperta dai teli verdi, ma occorre ricordare che la zona pericolosa si estende anche intorno, nei boschi risultati contaminati a causa dell’interramento, qualche decennio fa, di rifiuti industriali. Sulla discarica si è parlato e scritto tantissimo: ci sono ordinanze, sentenze del Tar e verbali di consiglio. Ma alla cittadinanza queste cose sembrano non interessare più, tanto che nel momento in cui l’ex sindaco Alfredo Corazza, presente tra il pubblico, e il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Gianpaolo Andrissi, fra i relatori, hanno discusso sulla cronistoria burocratica della discarica e sulle responsabilità dei vari enti, molti hanno lasciato la sala.

Dal pubblico, incoraggiato anche dalla storia del Comitato che ha impedito l’apertura di una discarica di amianto a Barengo, rappresentato da Simona Morganti, sono arrivate invece varie proposte concrete per fronteggiare il cosiddetto “post mortem” del sito e una situazione che fa paura, con l’attestata presenza di sostanze inquinanti come il cloruro di vinile monomero, trovato nella “pseudo-falda” acquifera, ossia la falda più superficiale. Una delle proposte più quotate è stata quella di recintare l’area dei boschi contaminata: il Comune ha già emesso delle ordinanze che vietano le attività ricreative in zona e a tempo debito, come ha ricordato Corazza, furono posizionati dei cartelli, ma secondo alcuni cittadini sarebbe ancora difficile, una volta dentro i boschi, distinguere la fascia contaminata. Altri cittadini hanno richiesto controlli “a tappeto” in zona: dal terreno intorno alla discarica all’acqua della Sesia. «Se sono stati interrati rifiuti industriali al di fuori della discarica – teme una ghemmese – ho paura che in paese ci siano altri buchi in cui sono stati seppelliti rifiuti non controllati». Alcune persone hanno suggerito un’opera di sensibilizzazione in merito all’importanza della raccolta differenziata, ancora troppo spesso ritenuta un’incombenza noiosa senza che ne venga colta l’importanza ai fini della salvaguardia ambientale. Una giovane cittadina si mostra preoccupata per una storia che sembra destinata a durare ancora a lungo: «Non è così facile chiudere una discarica – osserva – occorrerà sempre fare dei monitoraggi. Chi metterà i fondi necessari?».

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