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Ecco la casa degli alpini

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Una giornata che entrerà nella storia degli alpini valsesiani.

Una giornata che entrerà nella storia degli alpini valsesiani. Domenica 4 ottobre è stata inaugurata la sede sezionale a Roccapietra, evento vissuto dalle penne nere con grande emozione. Per fortuna la pioggia ha presto lasciato il posto al sole che seppur pallido ha permesso di svolgere all’aperto le varie tappe della cerimonia. Erano presenti oltre al gonfalone della Città di Varallo scortato dal sindaco Eraldo Botta, anche i labari delle associazioni d’arma, ben otto vessilli sezionali oltre naturalmente a quello valsesiano e i gagliardetti dei gruppi facenti parte la Sezione. «Un numero così grande di rappresentanza in valle – commentano i vertici sezionali -, lo ricordiamo solo in occasione del Premio fedeltà alla Montagna che si tenne a Riva Valdobbia e Alagna nel 2013».

Il direttivo nazionale era rappresentato dal delegato di zona e vi erano tutte le Commissioni sezionali: spiccavano nelle loro divise quelle della Protezione civile che ha provveduto anche al servizio d’ordine, quelle del Gsa, del coro Apin dal Rosa che ha proposto i propri canti durante la messa, del gruppo teatrale, della banda sezionale che ha accompagnato tutta la cerimonia.

«Doveroso un saluto e un plauso al direttivo sezionale al completo – sottolinea l’alpino Aldo Lanfranchini – che ha scortato il vessillo sezionale sino all’altare nei pressi del quale si è tenuto l’alza bandiera». Dopo la messa e i discorsi di rito, il taglio del nastro: madrina della cerimonia Gianna Amadi, moglie del compianto presidente sezionale Gianpiero Rotti.

«Noi alpini saremo magari strani, a detta di alcuni, ma quando al saluto “Alpino Gianpiero Rotti” tutti abbiamo risposto “presente”, lo spirito che anima questa associazione – sottolinea Lanfranchini -, l’amore per la patria, per il corpo degli alpini e per la propria terra è entrato nel nuovo edificio come un’anima e vi rimarrà per sempre».
Sono seguiti un aperitivo e un pranzo nei nuovi locali, a cornice di una giornata da ricordare. E in conclusione non può mancare un “legru a tücc”.

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