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Elettrocardiogramma in ambulanza, e lo vedono in ospedale
Elettrocardiogramma in ambulanza teletrasmesso in ospedale: un passo importante per la gestione delle emergenze.
Elettrocardiogramma in ambulanza
Un collegamento importante per gestire le emergenze sanitarie. «La teletrasmissione dell’elettrocardiogramma da un’ambulanza verso un ospedale è ormai realtà in Piemonte», ad annunciarlo è il consigliere regionale Alessandro Stecco, presidente della commissione sanità della Regione. E’ stato lui a prendere in mano un documento fermo da anni. Questo vuol dire dare un’arma in più per salvare la vita alle persone colpite da crisi cardio-circolatoria. «Due anni e mezzo fa, appena sono stato eletto in Consiglio Regionale, ho preso in mano, insieme all’assessorato, questo dossier fermo da anni – scrive Stecco sulla sua pagina personale di Facebook -. Oggi, la teletrasmissione dell’Ecg dall’ambulanza all’ospedale è realtà».
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Il funzionamento
Ma come funziona? «Nei casi di infarto miocardico acuto, questo strumento permetterà di salvare numerosissime vite in quanto consentirà di guadagnare tempo, un fattore cruciale per questa patologia». È un’emergenza tempo-dipendente, cioè è fondamentale che passi meno tempo possibile tra sintomi e terapia, che deve essere avviata il prima possibile. La teletrasmissione dell’elettrocardiogramma consente quindi di ridurre la mortalità di 1-2 punti percentuali e anche l’invalidità permanente che i pazienti rischiano di avere dopo. Più tempo passa, e una parte più estesa di tessuto cardiaco muore, e quindi più alta è la mortalità o le conseguenze gravi a lungo termine Il Piemonte era rimasta una delle poche regioni a non mettere a sistema la teletrasmissione dell’Ecg dai mezzi di soccorso.
In pratica, l’equipe medica che interviene per soccorrere il paziente può trasmettere l’elettrocardiogramma all’ospedale dove il primario o comunque il responsabile presente in quel momento potrà valutare con tutti gli strumenti del caso la situazione e procedere quindi al ricovero d’urgenza.
L’ospedale
Da medico, il dottor Alessandro Stecco ha voluto subito lavorare su questo dossier. «Finalmente in Piemonte è stata invertita la tendenza rispetto alla giunta precedente, che ha tentato di chiudere l’emodinamica dell’ospedale Sant’Andrea di Vercelli. Tale servizio, infatti, salva centinaia di vite ogni anno, grazie alla professionalità del primario, professor Francesco Rametta, e dei suoi collaboratori, e da oggi, grazie a questo nuovo strumento, ne salverà anche qualcuna in più».
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