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Ex Pozzi di Gattinara, in estate la bonifica del sito

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In futuro potrebbero sorgere un’area residenziale, una destinata al commercio e una produttiva 

Partiranno tra luglio e settembre i lavori per la bonifica completa dell’area ex Pozzi a Gattinara. Verrà eliminato quindi tutto il materiale ancora presente nel vecchio polo produttivo, dall’amianto ai residui di lavorazione delle ceramiche.

Lo hanno confermato al primo cittadino Daniele Baglione i funzionari di Unipol Assicurazioni, che ieri erano in città per un sopralluogo al sito. La compagnia è da tre anni proprietaria del complesso immobiliare gattinarese, che occupa oltre 120mila metri quadrati; dismessa da oltre 20 anni, l’ex Pozzi è un’area fortemente degradata nel bel mezzo della città. Un parte era già stata bonificata diversi anni fa, con la rimozione di una porzione consistente delle coperture in eternit e con l’incapsulamento delle lastre in cemento-amianto non asportate. Tuttavia restano ancora parecchi metri quadrati di materiale da rimuovere. Il sito è costantemente controllato dall’Arpa e quindi si trova in condizioni di sicurezza. Però non è certo un bel biglietto da visita per la città; e più passa il tempo, maggiore diventa il degrado delle strutture.
«Il fatto che Unipol abbia deciso di bonificare tuta l’area – dice Baglione – è sicuramente una notizia positiva. Questa è infatti la premessa per la riqualificazione della zona. Dopo due anni di dialogo con questa amministrazione, finalmente iniziamo a vedere i risultati».
Nelle prossime settimane Unipol vaglierà le proposte per l’affidamento dei lavori, che dureranno qualche mese. Si tratta di una spesa ingente: il costo dell’intervento si aggira intorno ai due milioni di euro. «Non verranno smantellate le parti murarie degli edifici, però tutta la zona verrà ripulita dall’amianto, dalle macerie e dai residuati della produzione che ancora sono presenti nei capannoni».

Il secondo passo previsto dall’amministrazione cittadina è la modifica del piano regolatore in funzione dei progetti proposti da Unipol. «Questa è la nostra intenzione – dice Baglione – se verremo riconfermati. Ma se così non sarà, credo che l’ipotesi sia condivisibile da chiunque prenda il nostro posto».
Ragionando per linee di massima sul sito, una volta totalmente sgomberato dalle macerie, potrebbero sorgere una parte residenziale, una destinata al commercio e una produttiva. «Occorre rendere appetibile quest’area per gli eventuali investitori», conclude Baglione. Aspettando gli sviluppi, il solo fatto che l’ex colosso dei lavandini ritrovi un aspetto un po’ più salubre è comunque già una piccola vittoria per la città.

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