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Festa del 1° maggio: i ricordi di Wilmer Ronzani quando si festeggiava nelle fabbriche della Valsessera
Festa del 1° maggio: Wilmer Ronzani ricorda i festeggiamenti nelle fabbriche della Valsessera.
Festa del 1° maggio
L’ex deputato e consigliere regionale Wilmer Ronzani in un post su Facebook ha voluto ricordare alcuni episodi della festa del 1° maggio quando la Valsessera dava da lavorare a migliaia di persone.
“A meta degli anni 60 la sezione del Pci di Coggiola, che contava 250 iscritti, per celebrare la festa del 1°maggio organizzò al Cinema Italia una serata con Giorgio Gaber. “Un giorno per chi vive nel lavoro, un giorno per chi spera nel futuro,
un giorno per chi lotta con coraggio,
è il nostro giorno è il primo maggio”: questo dice la canzone che Gaber cantò per la prima volta proprio in quella occasione.
Nel 1970, cioè pochi anni dopo, sempre a Coggiola venne organizzato il primo 1°maggio unitario da parte di Cgil, Cisl e Uil sull’onda della grande spinta unitaria delle lotte sindacali di quegli anni da cui nacque l’esperienza dei Consigli di fabbrica che portò al superamento delle Commissioni Interne. Quegli anni furono segnati da importanti conquiste sul piano salariale, normativo e dei diritti. Per la prima volta in fabbrica divento’ possibile svolgere le assemblee sindacali. Alla assemblea che si svolse alla Bozzalla &Lesna dove io lavoravo vi presero parte Panozzo per la Filtea, Lombardi per la Filta e Porro per la Uilta. Tre grandi sindacalisti. Mi ricordo che al mattino mia madre mi disse che quello sarebbe stato un giorno importante. Fino ad allora i sindacalisti per informarci sulle trattative in corso o per consegnarci il materiale sindacale ci incontravano fuori dai cancelli della fabbrica, all’inizio o a fine turno. Ne ricordo uno per tutti: Ezio Porta, un compagno e amico carissimo, funzionario della Cgil in Valsessera che in seguito divento’ Direttore dell’Inca, il Patronato della Cgil. Ezio era un autodidatta, come molti di noi, ma grazie alla formazione ottenuta nel Sindacato, conosceva le norme giuslavoristiche come le sue tasche. Alcuni anni dopo, quando morì, un rappresentante dell’Unione Industriale che lo aveva conosciuto durante le trattative che si svolgevano presso l’ufficio del Lavoro di Biella, parlandomi di lui, lo definì una persona mite e rispettosa della opinioni degli anni ma determinata nel difendere le proprie idee, le ragioni e i diritti del mondo del lavoro da quale proveniva.
Quest’anno il coronavirus ha imposto di modificare la celebrazione del 1° maggio. Non ci sarà il corteo che attraverserà la nostra città, non incontrerò gli amici e i compagni, non potrò intrattenermi e discutere con loro, non ci sara’ il comizio ai giardini Zumaglini, non ci sarà la banda musicale, non sentiremo le note dell’Inno dei lavoratori e di Bella ciao e il “concertone” di Piazza San Giovanni si svolgerà con modalità diverse dal passato. Non per questo pero’ avrà meno valore e sarà meno importante. Anzi. Per il momento in cui si svolge e per le incognite che gravano sul futuro del Paese, segnato da una crisi profonda che mette a rischio il futuro di molte imprese e il destino di migliaia di posti di lavoro, sarà un 1° maggio diverso da tutti quelli che abbiamo vissuto finora.C’è bisogno di una sforzo solidale ( e la politica deve dare il buon esempio ) sia perché le difficoltà sono enormi e per molto tempo ancora dovremmo convivere con il coronavirus , sia perché i cambiamenti nel nostro modo di vivere, lavorare e produrre, nelle politiche pubbliche e nella organizzazione della società dovranno essere profondi. Il mondo del lavoro continuerà a fare fino in fondo la sua parte, svolgendo quella funzione nazionale che ha saputo esercitare in altri momenti cruciali della vita del nostro Paese. Buon 1° maggio!”.
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