Attualità
Ghiacciai in agonia anche sul Monte Rosa: il report della Carovana delle Alpi
Ghiacciai in agonia: anche il Monte Rosa soffre l’aumento delle temperature.
Ghiacciai in agonia
Le Alpi stanno soffrendo. Due gli indicatori che testimoniano quanto ormai sta accadendo ad alta quota: l’aumento ad un ritmo sempre più accelerato della fusione dei ghiacciai che stanno perdendo superficie e spessore, frammentandosi e disgregandosi in corpi glaciali più piccoli. E l’aumento di frane, valanghe di roccia e di ghiaccio e colate detritiche da aree deglaciate dovuto principalmente dalla riduzione dell’estensione e della durata del manto nevoso, dalla riduzione dell’area e dello spessore dei ghiacciai e nella degradazione del permafrost. È quanto denunciano Legambiente e il Comitato Glaciologico Italiano in occasione della giornata internazionale della Montagna.
Il Monte Rosa
Nel report preparato da Legambiente c’è anche il Monte Rosa. In questo caso preoccupa la riduzione volumetrica del ghiacciaio del Belvedere (Monte Rosa) che ha determinato il cedimento del fianco interno della morena laterale destra ed il conseguente sdoppiamento della cresta morenica in prossimità della morena frontale del ghiacciaio delle Locce.
Già lo scorso anno il Monte Rosa era stato oggetto di un dibattito sui ghiacciai. Nell’arco di una decina d’anni infatti il panorama è cambiato.
Dove una volta c’erano i ghiacciai, adesso restano delle grandi pietraie. Era stata abbastanza drammatica la diagnosi presentata dal Legambiente riguardo il Monte Rosa, che soffre dell’aumento delle temperature così come tanti altri massicci montuosi delle Alpi. La “Carovana dei ghiacciai” ambientalista aveva verificato la situazione su cinque ghiacciai: Indren, Bors, Locce, Piode e Sesia-Vigne. I dati erano stati presentati ad Alagna.
Il documento
“Il Rapporto 2021 di Carovana dei Ghiacciai conferma ancora una volta la forte contrazione dei ghiacciai esistenti nelle nostre regioni – dichiara Giorgio Prino, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta – Il rapporto illustra gli esiti dei monitoraggi avvenuti fra agosto e settembre nelle tappe della seconda edizione di Carovana dei Ghiacciai: dati che raccontano gli effetti evidenti dei cambiamenti climatici sulle nostre Alpi. I dati raccolti sono preziosi per promuovere la tutela della montagna di alta quota; non c’è più tempo, come afferma la Legambiente da diversi anni. Le risorse naturali più maestose lanciano allarmanti campanelli d’allarme sul destino del nostro Pianeta: è necessario ribadire l’urgenza di compiere scelte forti ed azioni concrete per preservare ciò che resta dei nostri magnifici giganti bianchi.
Secondo il catasto on line del gruppo di ricerca GeoClimAlp del Cnr-Irpi, nel periodo 2000-2020 nelle Alpi Italiane ad una quota maggiore di 1500 metri si sono registrati 508 processi di instabilità naturale (frane, colate detritiche ed eventi di instabilità glaciale). I dati raccolti evidenziano una concentrazione di eventi in alcune regioni: Valle d’Aosta (42 per cento), Piemonte (18), Lombardia (16) e Trentino (15 per cento).
Immagine: www.meteovcolive.it
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