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Gli scout di Gattinara in aiuto alle popolazioni terremotate

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Tra i tanti impegni di fine anno anche una trasferta in Umbria

E’ stato un fine anno molto intenso per il gruppo scout di Gattinara. Dalle “cacce” in collina ai pernottamenti fuori sede, dai campi invernali alle attività nelle scuole, gli impegni hanno richiesto agli elementi coinvolti spirito di volontà e grande dedizione. 

«Il branco dei lupetti – spiega Matteo Leonardi della comunità capi – si è ritrovata una volta al mese per uscire “in caccia” sulle colline tra Gattinara e Lozzolo, imparando a conoscere la natura e il rispetto delle regole. Come da tradizione, poi, a Natale il branco ha realizzato il presepe nella chiesa di Santa Marta, con le statuine create dai bambini stessi. E anche il reparto ha sperimentato l’autonomia dei ragazzi, con un pernottamento fuori sede e una gara di cucina. Inoltre, le squadriglie hanno partecipato alla fiera di San Martino e ai mercatini di Lozzolo con un banchetto di oggettistica. E non solo: negli ultimi giorni dell’anno, infatti, il reparto ha allestito il campo invernale tra le nevi del santuario di Oropa».

Senza dimenticare il noviziato/clan: «Dopo aver collaborato alla colletta alimentare del 26 novembre – dice ancora Leonardi – i giovani sono stati a Biella per prestare servizio al dormitorio gestito dai padri filippini. E in prossimità del Natale, come sempre, hanno raggiunto Rossa, portando agli anziani del paese i loro auguri e il dono di un panettone. Notevole, infine, l’esperienza di alcuni capi, che hanno presentato le tipiche attività scout all’aria aperta presso le scuole di Gattinara, Lozzolo e Roasio, ottenendo un buon riscontro di interesse e partecipazione da parte degli alunni».

Gli scout di Gattinara si sono fatti apprezzare anche nelle zone terremotate dell’Umbria con la capo gruppo Luisa Bonzano, che per una settimana, tra fine novembre e inizio dicembre, ha operato a Cascia insieme ad altri nove piemontesi: «Ogni frazione presenta comunità con esigenze diverse – osserva -; a Logna, per esempio, vi sono per lo più anziani che hanno bisogno di qualcuno per animare i pomeriggi e le serate, onde evitare che facciano del terremoto un pensiero costante. San Giorgio è composta principalmente da famiglie e il nostro ruolo è stato quello di intrattenere i bambini, mentre ad Avendita la situazione è ancora diversa in quanto si è trattato di intervenire in un campo vero e proprio, con un numero di persone superiore rispetto agli altri abitati».

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