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In pensione Rosita Brugo, la ”signora dell’anagrafe” di Romagnano

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L’amministrazione comunale e i colleghi hanno festeggiato il traguardo insieme all’impiegata

Ha trascorso moltissimi anni, quasi 40,  alle scrivanie dell’ufficio anagrafe: Rosita Brugo ora si prepara a godersi il meritato riposo. L’impiegata del Comune di Romagnano ha infatti concluso con la fine dell’anno e una festa in compagnia dei colleghi la sua carriera in municipio: con il 2017 è arrivata per lei la pensione. 

Classe 1957, romagnanese doc, Brugo ha iniziato a lavorare dopo avere conseguito il diploma in ragioneria ed è stata assunta il 1° dicembre 1977, dopo un anno di tirocinio. «Ho iniziato in anagrafe, dove ho poi concluso la carriera – racconta – mi sono sempre occupata dei servizi demografici e di tutto quello che li concerne».
In questi quarant’anni, Brugo ha avuto modo di lavorare con ben cinque sindaci diversi: da Leone Mira D’Ercole all’attuale sindaco Cristina Baraggioni, passando per le amministrazioni di Luciano Brugo e Carlo Bacchetta.

Ma com’è il lavoro dietro la scrivania di un ufficio comunale? «Ogni giorno è diverso – spiega Brugo – le giornate sono molto movimentate e ricche di imprevisti, quindi non c’è una giornata tipo. Capita di programmare di fare qualcosa e poi trovarsi invece a fare tutt’altro, perché non si può sapere in anticipo quali utenti verranno e di cosa avranno bisogno».
Proprio il rapporto con la cittadinanza è il “sale” del lavoro: «Ho avuto anche molti utenti che venivano da me e in un certo senso mi confidavano i loro problemi, anche oltre ciò che avevano strettamente bisogno. Questo era una bella dimostrazione di fiducia per me – ricorda – la cosa più bella che potesse capitare, però, è quando qualcuno si presentava con un problema e io riuscivo a risolverli. Vedere uscire gli utenti soddisfatti ripaga appieno la fatica di provare a trovare varie soluzioni».

In quattro decenni, poi, come è normale, è cambiato sensibilmente il modo di lavorare: non solo con le innovazioni tecnologiche, ma anche con profondi cambiamenti nella burocrazia. «Fino all’inizio degli anni Ottanta, il lavoro era molto più tranquillo. Si faceva sempre riferimento a determinate leggi e allo statuto – ripercorre Brugo –. In seguito, c’è stata una vera e propria rivoluzione, con aggiornamenti pressoché mensili da studiare e mettere in pratica. È impensabile perderne anche solo uno. Le ultime novità riguardavano per esempio il sistema per le unioni civili e le convivenze di fatto. Insomma, di evoluzione ce n’è stata moltissima, in tutti i rami».

Progetti per il futuro? «Finora ho vissuto più al lavoro che a casa – racconta ridendo – ora starò di più con mio marito e farò la nonna, visto che ho un nipotino. Cercherò, insomma, di godermi di più la famiglia e prendermela calma».

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