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L’Asl: chiudendo il Country di Varallo si possono avere il doppio dei letti a Borgo

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«Nessun taglio, per i valsesiani ci saranno più servizi: dateci tempo sino a Natale»

«Con gli stessi soldi che si spendono oggi per i dieci posti al Country hospital di Varallo, si possono avere venti posti per post-acuti all’ospedale di Borgosesia. Senza spendere un euro di più». Il direttore generale dell’Asl di Vercelli, Chiara Serpieri, non ci sta a passare per quella che affonda la sanità in Valsesia. E spiega quindi che l’operazione in corso (vale a dire il trasferimento dei dieci posti da Varallo a Borgosesia) va a vantaggio della gente.

«Le motivazioni e la prospettiva di questa scelta sono già state chiarite anche da parte dell’assessore regionale Antonio Saitta in un recente intervento pubblico – spiega il direttore generale dell’Asl di Vercelli Chiara Serpieri -. Nel corso dell’incontro con il sindaco e gli assessori di Varallo, abbiamo avuto modo di chiarire anche quali sono gli effettivi importi in questione, che superano gli 850mila euro annui di costi gestionali, che se venissero impiegati, non un euro di più, per spostare il servizio dentro il presidio di Borgosesia permetterebbero di raddoppiare il numero di pazienti trattati e quindi il servizio reso, consentendo anche a persone della parte bassa della valle di ottenere un servizio che oggi non viene reso».

E la proposta del sindaco Eraldo Botta di farsi carico dei costi di luce e riscaldamento, pur di tenere questi posti a Varallo? «Pur apprezzabilissima, è una proposta che non risolve il problema – spiega Serpieri -. Il Comune si è reso disponibile a offrire circa 100mila euro all’anno sugli 850mila necessari e ciò, naturalmente, si ripete, seppur apprezzabile, non basta. Ma diciamo anche che nelle ipotesi di riordino della rete ambulatoriali ci sono il potenziamento dei servizi specialistici e di base nell’ambito del presidio di Varallo, che andrà a costituire, insieme al presidio di Gattinara, una unità complessa di cure primarie».

«Chi avrà la pazienza di lasciarci lavorare troverà questi risultati attorno a Natale – spiega ancora Serpieri – . Quanto alla destinazione d’uso dei vecchi edifici dell’ospedale di Varallo, naturalmente saremo disponibili a ragionamenti che consentano la valorizzazione di un’area che potrà essere destinata ad usi alternativi e di miglior rendimento, non dimenticandoci che il risultato finale lo deciderà il mercato. Infine, i locali del Country hospital di Varallo potrebbero essere gestiti da associazioni di utenti e cittadini anche per forme sperimentali di attività non solo di natura strettamente sanitaria; di questo, però, bisognerebbe avere la voglia e la pazienza di parlare e ragionare».

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