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La chiesa di Ponzone da un anno ”orfana” della grande croce

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Il parroco don Claudio Maggia assicura: «Tornerà, spero presto»

Manca giusto da un anno la croce sulla chiesa di Ponzone. Era stata rimossa l’8 ottobre 2016 per problemi di staticità: troppo pesante e vecchia, rischiava di perdere pezzi o compromettere la stabilità dell’insieme. E in paese qualcuno comincia a temere che la torre resterà “monca”. Ma il parroco don Claudio Maggia assicura: «La croce tornerà, spero presto. Prima bisogna risolvere ancora alcuni problemi tecnici». L’imponente croce che da 80 anni era sulla sommità del luogo di culto ora si trova in un deposito. E anche il consigliere comunale Fulvio Chilò nei giorni scorsi ha lanciato un appello: «Più persone hanno fatto notare che la croce sulla chiesa del Sacro Cuore manca da troppo tempo, è passato esattamente un anno da quando venne portata via. Spero che torni presto, magari per Natale. Sarebbe un bel regalo per tutti».

In realtà, i tempi forse rischiano di essere un po’ più lunghi visto che bisogna ancora affrontare il problema relativo alla staticità. Un anno fa era stato necessario l’intervento di una gru apposita per raggiungere i 53 metri di altezza. La costruzione della chiesa risale alla fine degli anni Trenta, e adesso la croce in cemento armato e vetro era ridotta davvero male. Un manufatto enorme di 10 quintali che a causa delle intemperie e del vento era ormai in uno stato pessimo e pericolante. Con una manovra studiata a tavolino la gru con un braccio da sessanta metri riuscì a portarla a terra.

Il parroco don Claudio Maggia, come anticipato, ha assicurato che la croce tornerà: «Non sarà quella in cemento e vetro come era in origine: troppo pesante per poterla lasciare lassù senza problemi. Abbiamo comunque avuto il benestare dalla Soprintendenza per un progetto che vedrà posizionare una croce in alluminio decisamente più leggera». Ma c’è un’altra questione da risolvere. «Bisogna essere sicuri dal punto di vista statico, la croce dovrà essere ben ancorata. Abbiamo capito che è quindi meglio affidarsi a un ingegnere specializzato per il calcolo dei rischi». E sui tempi il parroco non si sbilancia: «E’ difficile capire quando sarà possibile riposizionarla, per il momento dobbiamo attendere la pratica di stabilità. Anche noi speriamo che torni il prima possibile».

La vecchia croce in cemento e vetro per ora rimane in magazzino, ma potrebbe servire come oggetto di studio. «Gli stessi tecnici della Sovrintendenza hanno fatto notare come quel manufatto potrebbe servire in un futuro a studiare il deterioramento del cemento armato con il tempo, un materiale tanto utilizzato nelle strutture nell’epoca del tardo fascismo e che oggi non sembra così resistente come un tempo – spiega il sacerdote -. Per questo non l’abbiamo ancora smaltita».

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