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La scuola di Alagna accoglie la piccola Anastasia arrivata dall’Ucraina

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Scuola di Alagna accoglie la piccola Anastasia arrivata dall’Ucraina

La scuola di Alagna ha accolto la piccola Anastasia

Una bimba arrivata dall’Ucraina con la mamma

La famigliola (c’è anche il fratellino) è ospite dalla nonna, che da anni vive e lavora sul territorio assistendo gli anziani.

La scuola primaria subito si è adoperata per far sentire la nuova alunna a proprio agio. Ecco il racconto delle maestre

Una bimba dall’Ucraina ha iniziato da qualche giorno a frequentare la scuola primaria di Alagna. E’ arrivata in paese con la mamma e il fratellino più piccolo. Subito è stata accolta a braccia aperte dalle insegnanti.

«Anastasia è un nome di fantasia…Anastasia è una piccola nuova allieva della mia scuola e viene dall’Ucraina – scrive la maestra Marta Sasso nel suo blog -. E’ arrivata da pochi giorni: la nonna vive e lavora in Italia da anni, ben integrata nel tessuto sociale del paese. Lei è arrivata da due settimane con mamma e un fratellino più piccolo. Subito ci siamo attivate, io e la mia collega, per progettare l’accoglienza. E’ iscritta alla classe prima, ma siamo una pluriclasse e abbiamo deciso di farla partecipare a tutte le lezioni di italiano, quindi starà con la maestra di italiano le prime tre mattine a settimana e con la maestra di matematica il giovedì e venerdì».

L’importanza della scuola

L’insegnante ribadisce la necessità di accogliere subito e coinvolgere i bambini: «Innanzitutto bisogna dire che bisogna agire subito, cioè non appena si viene a conoscenza di un nuovo bambino in età scolare che sia arrivato nella propria comunità e attivarsi per favorire l’ingresso a scuola il prima possibile. Perché? Perché la scuola è l’ambiente più naturale dove vivere, il più simile alla realtà che viveva al suo Paese, con coetanei. Ciò che bisogna preservare, e lo abbiamo imparato molto bene con le chiusure per il Covid-19, è il bisogno di socialità dei bambini in età scolare».

La maestra spiega come sono organizzate le giornate: «A questo proposito i momenti di gioco libero, soprattutto gli intervalli e il dopo mensa, sono momenti importanti per l’insegnante per osservare le dinamiche e cogliere atteggiamenti e comportamenti sia del nuovo arrivato, sia dei bambini della scuola: ci sarà chi è più predisposto a interagire e chi si terrà a distanza e bisogna farne tesoro per eventuali accoppiamenti durante il lavoro in classe e la didattica».

Ma soprattutto in questo processo non servono stravolgimenti sia per quanto riguarda l’accoglienza che per quanto riguarda la didattica. «La didattica non va stravolta, ma soltanto adeguata. Matematica, esperimenti di scienze, educazione fisica, arte, musica sono tutte discipline dove è possibile lavorare tranquillamente con tutti….e l’italiano ci entra per forza, senza problemi.

Poi, essendo piccola e lavorando in una classe prima, è attorniata da bambini che stanno imparando anch’essi a scrivere, quindi i tempi di lavoro sono lenti e lunghi. La maestra di italiano si è accorta subito che Anastasia scrive il nostro alfabeto senza problemi, in stampato minuscolo. Il suo primo impegno è “scrivere con il nostro alfabeto” e “pronunciare qualche parola”. Dalle conversazioni con la famiglia abbiamo scoperto che il loro pensiero è di rimanere qui il meno possibile, forse è solo una speranza, ma non sta a noi obbligarli a imparare una lingua che “sperano” di dover usare per poco. Quindi deve servirci il minimo indispensabile per l’unico obiettivo nostro: farla sentire bene e a proprio agio. Impararla verrà da sé perché sappiamo tutti come i bambini siano delle spugne, soprattutto con l’interazione fra pari».

Un disegno risolve tutto

Poche parole e un disegno sono forme di lavoro efficaci e capaci di farla sentire soddisfatta.

Il primo giorno Anastasia ha lavorato nella classe della maestra di italiano, metà mattina con i suoi coetanei di prima, metà mattina con la classe seconda. I bambini hanno dedicato i primi momenti alle presentazioni e il resto del tempo alla didattica consueta. Siamo avvantaggiate certo dal fatto di essere pochi: quando Anastasia lavora con i suoi coetanei sono in 8, quando lavora coi bambini più grandi, i suoi compagni sono 7 in seconda o 11 se si aggiungono la terza e la quarta.

I bambini, tutti insieme hanno realizzato un cartellone di benvenuto da appendere alla porta, poi ogni nuovo compagno e compagna di Anastasia ha disegnato sé stesso e scritto il suo nome sul nuovo quaderno della bambina. Nella didattica del giorno la maestra aveva previsto la presentazione della “Q” e per questo è stato realizzato anche un cartellone con le aquile. La frase presentata di riferimento viene letta senza problemi in lingua italiana dalla bambina, anche se il significato le deve essere invece tradotto, ma per questo ci sono i programmi di traduzione on-line.

In foto i primi lavori a scuola per la piccola Anastasia.

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