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La Val Mastallone dice di no a nuove centraline idroelettriche

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Il comitato Salvaguardia si oppone al decreto di governo che incentiva le fonti rinnovabili idroelettriche

Si è riunito in Val Mastallone il comitato Acque delle Alpi per prendere posizione contro il decreto del Governo che racchiude una serie di incentivi per le centraline idroelettriche.

Da mesi il comitato Salvaguardia della Val Mastallone è impegnato in una attività di sensibilizzazione sul territorio e qualche amministrazione comunale ha appoggiato la “battaglia” come Sabbia che ha portato in consiglio comunale la questione, dalla delibera emerge un diniego unanime alla possibilità di costruire centraline sul torrente Sabbiola che attraversa tutto il territorio. Ma proprio nei giorni scorsi invece Rassa con una delibera di giunta ha dato il via libera a un micro-impianto che sorgerà tra la località Campello ed il concentrico dell’abitato del paese.

La preoccupazione è a livello nazionale, ma anche il comitato Salvaguardia della Val Mastallone da tempo cerca di portare avanti la battaglia come sottolinea Gianluca Rege: «Il depauperamento degli ultimi corsi d’acqua alpini ancora integri è principalmente dovuto all’esagerata incentivazione alle fonti rinnovabili idroelettriche. Il comitato Acque delle Alpi si è riunito proprio in Val Mastallone per analizzare il decreto che rinnova l’incentivazione agli impianti idroelettrici sui corsi d’acqua naturali». E aggiunge: «Siamo di fronte ad una vera e propria emergenza ambientale creata da una incentivazione sconsiderata, costosa e poco rilevante ai fini dell’apporto energetico».

L’ordine del giorno di cui si è discusso era la novità contenuta nella Gazzetta ufficiale con cui il Governo continuerà a incentivare le centraline idroelettriche. «Dobbiamo purtroppo constatare che l’appello nazionale per la salvaguardia dei corsi d’acqua dall’eccesso di sfruttamento idroelettrico, sottoscritto a fine 2014 da 140 associazioni e comitati di rilevanza nazionale, regionale e locale è rimasto praticamente inascoltato – spiega Lucia Ruffato del comitato Acque delle Alpi -. Il decreto contenuto nella Gazzetta nella sostanza continua ad incentivare lo sfruttamento dei pochi corsi d’acqua ancora non intubati per produrre energia elettrica».

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