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Medico dell’ospedale di Borgosesia pubblica un libro

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Giovanni Lo Giudice ha scritto “Ma che storia è questa”, un viaggio nel 1970

“Ma che storia è questa”, dove le cose non stanno come le avevamo viste prima e nemmeno come ci sono state tramandate? A raccontarcela facendoci rimpiangere il momento in cui ancora non conoscevamo i colpi di scena racchiusi nella sua ultima fatica letteraria è Giovanni Lo Giudice, 54enne originario di Enna, che ormai da molto vive a Borgosesia.

In città svolge la professione di medico internista all’ospedale di Cascine Agnona e nel tempo libero continua a cimentarsi con la scrittura, una passione che lo ha già portato a pubblicare tre raccolte di poesie e un romanzo, nonché a collaborare nelle vesti di commediografo con la compagnia teatrale “Il Veliero” e il rione Lupo di Serravalle. E ora è tornato in libreria con “Ma che storia è questa”, «opera di narrativa – spiega – nata nell’autunno del 2004 durante un periodo in cui ero alle prese con un infortunio calcistico. Così mi venne in mente uno strano personaggio, un professore di fisica sulla quarantina, burbero, complessato e infelice. Tutto comincia con costui che nel bel mezzo di un convegno fra accademici all’università di Pisa cerca di mettere in difficoltà un suo rivale, un brillante collega impegnato ad abbattere la barriera tra fisica e metafisica attraverso la teoria della multidimensionalità del tempo.

A rimediare una solenne figuraccia, invece, è il nostro, che, con la coda fra le gambe, decide di tornarsene a Milano. Mentre è alla guida della sua auto, un’urgenza lo obbliga a fermarsi in una stazione di servizio per recarsi al bagno. Da quel momento – ammette Lo Giudice – non sono più io a stabilire alcunché, è come se il racconto mi venisse dettato da qualcun altro. A me è spettato soltanto, durante la stesura, di osservare ciò che stava capitando. E devo dire che ne sono capitate delle belle, a cominciare da quando il professore esce dal bagno e si trova in un autogrill deserto e demodé, con un televisore a due canali e un’avvenente cassiera abbigliata in modo quantomeno inusuale. Siamo tornati al 1970 e presto il lettore dovrà districarsi tra una serie di equivoci e intrecci, con tanta suspense».

Nel 1970? «Sì, perché in quell’anno terminavo il mio primo settennato di vita, fissando nella memoria Italia-Germania Ovest 4-3, gli allunaggi Usa Urss e la musica di allora». 

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