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Parone ricorda “Al Bartin” a 100 anni dalla nascita

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Parone ricorda “Al Bartin”: la lettera scritta da Ezio Casaccia a nome della comunità paronese.

Parone ricorda “Al Bartin” a 100 anni dalla nascita

Inizia così la testimonianza di Casaccia: «Nato il 10 marzo 1919, Edoardo Albertini avrebbe, in questi giorni, compiuto i 100 anni. Persona molto nota come “Al Bartin”, stimata e rispettata, riteniamo sia meritevole di essere ricordata ancora una volta, e pensiamo che questa rievocazione susciterà un grande senso di commozione, nostalgia e rimpianto in tutti coloro che lo hanno conosciuto e apprezzato».

Macellaio della Valsesia

«Era noto in tutti i paesini della Valsesia, principalmente perché, il suo mestiere “invernale” consisteva nell’andare nelle case private a macellare i maiali allevati dalle famiglie. Già esercitato dal nonno e poi dal papà questo mestiere oggi sarebbe impensabile; invece “Al Bartin” macellava 120-150 maiali a stagione passando quotidianamente da famiglia a famiglia. La sua giornata iniziava alle 5 del mattino raggiungeva la famiglia di turno e, augurandosi che tutto fosse predisposto correttamente, uccideva il maiale e procedeva finché tutte le parti dell’animale non fossero confezionati. Il termine della giornata era, a seconda dell’esperienza degli aiutanti, verso le 19/21: lavoro massacrante perché il giorno dopo iniziava un nuovo “tour de force” in casa di un’altra famiglia con un altro maiale».

L’impegno sociale

«Sposato con Elia Pitto, non aveva avuto figli da potere crescere ed educare. Questo lo ha spinto a dedicare tutte le sue energie per i problemi sociali di Parone con proverbiale saggezza, giustizia, equilibrio, obiettività e disinteresse. Non si può tuttavia dimenticare che, “Al Bartin” si impegnava molto anche per le manifestazioni festive. In queste circostanze, al termine del banchetto, prendeva il suo clarinetto, che sapeva suonare egregiamente, e allietava con la sua musica il proseguimento della festa. Ma Edoardo è stato un esempio anche come sacrestano e campanaro, per oltre 20 anni mattino e sera suonava l’“Ave Maria” salendo sul campanile due volte alla settimana per “caricare” il vecchio orologio a pesi; e tutto questo come opera di volontariato per la comunità».

La scomparsa

«Troppo presto è scomparso, nel 1995, a seguito di un grave incidente avvenuto nel bosco mentre faceva legna, privandoci di un grande esempio e maestro di vita. Edoardo Albertini rimarrà tuttavia a lungo una persona da additare e da seguire per le sue grandi virtù di cui ci ha fatto insegnamento. La saggezza, la modestia, il rispetto, la coerenza e l’obiettività, apparentemente sono aggettivi astratti e quasi incomprensibili, ma divengono virtù chiare e ben definite se comparate con la condotta di vita del “Bartin».

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