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Patronati in rivolta contro i tagli di governo

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Secondo i patronati l’intento del governo è chiaro: sostituire il finanziamento pubblico con quote pagate dagli utenti.

Migliaia di utenti rischiano di pagare di tasca propria pratiche finora istruite gratuitamente dai patronati. Motivo? I tagli di governo. È per questo che Acli e le tre principali sigle sindacali della provincia hanno programmato per venerdì una giornata di mobilitazione davanti alla sede dell’Inps di Vercelli dove i lavoratori dei patronati terranno un presidio per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’argomento e chiedere che le ipotesi di riduzione del fondo siano azzerate.

“Il chiaro intento del Governo – dice Vittorio Gamba, segretario generale Cgil Vercelli e Valsesia – è quello di sostituire il finanziamento pubblico con quote pagate dagli utenti imponendo un sacrificio economico e un disagio aggiuntivo a persone che già si trovano in condizioni di fragilità sociale. Faremo in modo che enti, istituzioni, forze politiche e chi dovrà votare questa legge in via definitiva sappia della responsabilità che si assume e delle conseguenze che può determinare. Il taglio strutturale al fondo patronati non costituisce un risparmio per le casse dello Stato e mina l’uguaglianza di accesso ai diritti sancita dalla Costituzione”.

I patronati, 30 in tutta Italia, impiegano quasi 60mila persone e si occupano a titolo gratuito di previdenza, immigrazione, danni da lavoro e tutela della salute. Solo in Piemonte la rete Cepa, che riunisce Acli, Inca, Inas e Ital, conta 327 dipendenti, 191 uffici nei capoluoghi di provincia e nei maggiori comuni, 3800 ore settimanali di apertura al pubblico. Dai patronati arriva l’82% delle domande di prestazioni previdenziali, sociali e assistenziali, mentre solo il 18% è presentato dai cittadini o da altri intermediari.

 

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