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Ponte Romagnano: gli unici ordigni trovati sono quelli della burocrazia

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Ponte Romagnano arranca tra gli ostacoli burocratici: richiesto un tavolo interistituzionale.

Ponte Romagnano, la burocrazia

Non entrano ancora nel vivo i lavori per il ponte provvisorio di Romagnano. Già: perché finora il Genio civile ha dato il via libera al cantiere solo sulla sponda novarese del Sesia, mentre si attende ancora l’ok per la sponda vercellese, dove le operazioni di bonifica bellica sono partite dopo.
Bonifica per modo di dire, perché in realtà non è stato trovato nulla da bonificare: né bombe, né altri ordigni o armi risalenti al tempo della guerra. Ma queste sono le regole.

Il cantiere

Va detto che intanto il cantiere dalla parte di Romagnano è partito, e si vedono operatori e ruspe all’opera. Ma è chiaro che più di tanto non si può fare. Per questo, e soprattutto per evitare altri intoppi analoghi nel futuro, gli amministratori della zona chiedono un tavolo “interistituzionale” proprio per superare eventuali scogli burocratici.
A firmare la richiesta ci sono il sindaco di Romagnano Alessandro Carini, il presidente della Provincia Federico Bonatti, il consigliere delegato per la viabilità Marzia Vicenzi e il responsabile del turismo Ivan De Grandis.

L’importanza del collegamento

«Il ponte – hanno spiegato l’altro giorno in conferenza stampa – è un’importante e fondamentale arteria per economia e la vita sociale dell’intero territorio. Abbiamo potuto vedere che in una settimana è stata preparata tutta l’area dove avverrà il varo iniziando a realizzare i micropali necessari per le successive fondazioni dei pilastri e delle spalle del ponte stesso. Quotidianamente ci interessiamo all’andamento dei lavori. Ci auguriamo che continuino a proseguire speditamente per dare di nuovo un collegamento alle sponde di un paese diviso, ma soprattutto all’intero territorio del novarese, vercellese e biellese».
Insomma, si vuole sottolineare che qualcosa si sta muovendo, ma non basta. E soprattutto servono garanzie per evitare di vedersi spostato ulteriormente in avanti il termine dei lavori, ora previsto per il mese di ottobre.

«Basta ritardi»

«Chiediamo con forza – si legge su una lettera che porta anche la firma del sindaco di Gattinara Daniele Baglione – che non ci siano più ritardi dovuti in particolare ad una burocrazia tutta italiana capace da sola di mettere in ginocchio un intero territorio, e che la data comunicata per la messa in esercizio del ponte sia rispettata o addirittura anticipata, attraverso tutte le iniziative possibili al fine di ridurre il ritardo accumulato per dare anche prima di ottobre il nuovo collegamento».
L’Anas ha già da tempo ordinato il ponte (sarà un prefabbricato in acciaio), ma prima di tutto occorre realizzare i piloni di supporto. A chiedere un tavolo interistituzionale è stato il parlamentare novarese Gaetano Nastri, che ha spedito un’interrogazione al ministero delle Infrastrutture: «Bisogna istituire al più presto un tavolo interministeriale ad hoc, con Anas e gli enti del territorio, per far fronte comune contro la burocrazia. Perché ne va dell’economia di un intero territorio».

I disagi

«Questi ritardi – è stato spiegato in conferenza stampa – stanno colpendo le aziende che in questo momento di rilancio non possono permettersi di perdere competitività sul mercato internazionale; ma anche i lavoratori, costretti a fare lunghi percorsi tutti i giorni per poter raggiungere le fabbriche stesse».
E poi ci sono altri due temi: primo, quello della sicurezza, visto che i mezzi dei vigili del fuoco e le ambulanze perdono 20 minuti a raggiungere i paesi della sponda opposta. E poi va considerata anche la ripresa delle scuole a settembre, con relativo intensificarsi di passaggi di pullman: «A Romagnano e Gattinara – conclude Carini – abbiamo istituti di prestigio che richiamano centinaia di studenti fuori dai confini e che gli autobus sono obbligati a prevedere tratte più lunghe».

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1 Commento

1 Commento

  1. Ettore

    9 Luglio 2021 at 8:06

    Ennesima vergogna burocratica all’italiana. La responsabilità è in gran parte sulle spalle di chi, mesi e mesi fa resosi consapevole dell’inevitabile ritardo, ha continuato a sostenere la costruzione di un ponte provvisorio che costerà ai contribuenti senza apportare alcun beneficio, invece di bloccare questa opera ormai inutile e fare pressioni per la costruzione del ponte definitivo, che andrà comunque costruito. Perchè nessuno solleva il problema? Perchè nessuno chiede conto a tutta l’amministrazione regionale e statale il motivo per il quale si sta continuando caparbiamente ad insistere come asini nella costruzione, in ridicolo ritardo, di un’opera provvisoria e costosa, quando c’è stato tutto il tempo per progettare e iniziare a costruire il ponte definitivo? Perchè l’Italia deve essere sempre il fanalino di coda e il cattivo esempio per il Mondo intero quando si tratta di affari pubblici e pubblica amministrazione? Invece di essere noi l’esempio su come non vanno fatte le cose, non potremmo prendere esempio da nazioni come il Giappone, dove un ponte ridicolo come questo lo avrebbero ricostruito meglio di prima, in un paio di mesi (esagerando)? Possibile che nessuno a livello di amministrazione pubblica e politica si vergogni di quanto facciamo schifo in tal senso?

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