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Presentati i risultati di otto anni di scavi nella grotta della Ciota Ciara

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«Reperti che vanno dall’Uomo di Neanderthal al periodo medioevale»

Presentati all’Infopoint dell’associazione Supervulcano i risultati della campagna di scavi nella grotta della Ciota Ciara. Le ricerche condotte sul monte Fenera sono state a centro della conferenza mensile organizzata per promuovere la conoscenza del territorio del Sesia-Val Grande Unesco Geopark.

La campagna è curata da otto anni dall’èquipe di ricercatori del dipartimento di studi umanistici dell’Università di Ferrara, guidati da Marta Arzarello. «Il confronto diretto con i giovani ricercatori – osserva Piera Mazzone, direttrice della biblioteca civica di Varallo – ha permesso di comprendere meglio questa “eccellenza” del territorio, e l’importante lavoro fatto in campagne che durano un mese e permettono la raccolta di reperti che vanno dall’uomo di Neanderthal al periodo tardo romano e medievale, che poi vengono studiati in modo approfondito nei laboratori universitari».

La conferenza è iniziata ricordando come all’inizio siano stati ripresi gli scavi condotti precedentemente da altri ricercatori: «Lo scavo nell’atrio, prima condotto in superficie e via via avvicinandosi alla roccia madre, ha permesso di raccogliere dati sulla prima occupazione della Ciota Ciara. Il ritrovamento di strumenti litici e ossa ha consentito di ricostruire le “abitudini” degli umani che li costruirono e li utilizzarono. Quest’anno non sono stati ritrovati resti umani dell’Uomo di Neanderthal, ma l’anno scorso era stata rinvenuta una sepoltura di epoca tardo-antica, con uno scheletro posato su embrici: gli studi dell’antropologa Chiara Maggi e della studentessa Rosa Maria Calandra, che ha scansionato lo scheletro pezzo per pezzo, hanno permesso di avere qualche dato in più sull’individuo, battezzato “Agenore”, ma che si è rivelato essere una donna tra i tredici e i diciotto anni».

Ad affiancare i ricercatori dell’Università ferrarese, sono in corso campagne dell’Università di Ginevra che si occupano della grotta dell’Eremita. I risultati complessivi saranno esposti a settembre, in un incontro al museo archeologico “Carlo Conti” di Borgosesia, organizzato in occasione delle “Giornate europee del patrimonio e della cultura”.

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