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“Qui tu non ti siedi”. Frase razzista di una donna sul bus a una bambina di colore
“Qui tu non ti siedi”. Frase razzista di una donna sul bus a una bambina di colore. La denuncia di un consigliere comunale: “Alabama 1955? No, Alessandria 2019”.
“Qui tu non ti siedi”. Frase razzista di una donna sul bus a una bambina di colore
Un episodio che sembra arrivare dagli Usa degli anni Cinquanta e che invece è accaduto qualche giorno fa in Piemonte. Lo riferisce sulla sua pagina Facebook il consigliere comunale di Alessandria Vittoria Oneto. Un episodio al quale ha assistito personalmente tornando a casa la sera sull’autobus.
“No no qui tu non ti siedi”
“Alabama 1955? No, Alessandria 2019 – comincia così il suo racconto – Questa sera ho preso l’autobus per tornare a casa. Pochi posti a sedere. Io rimango in piedi. Salgono una mamma con due bambini. Lei si appoggia in uno spazio largo col passeggino e la bambina di circa 7 anni prova a sedersi in un posto vicino ad una signora di circa 60 anni che aveva appoggiato la sua borsa della spesa sul sedile. La signora guarda la bambina e le dice : NO NO TU QUI NON TI SIEDI! Io dico alla donna di spostare la borsa e di fare sedere la bambina ma lei insiste e mi dice in modo arrogante di farmi gli affari miei”.
La reazione della consigliera
“Peccato, hai trovato la persona sbagliata. La madre della piccola non dice nulla e guarda a terra – prosegue Oneto nel suo racconto – A quel punto alzo la voce sempre di più e le intimo in malo modo di fare sedere immediatamente la bambina e di vergognarsi con tutto il fiato che avevo in gola. La signora a quel punto la fa sedere ma continua a borbottare e a guardare schifata la bambina. Tutte le persone sull’autobus mi guardano in parte compiaciute, in parte no ma nessuno osa dire nulla. Secondo voi di che colore aveva la pelle quella bambina? Sì proprio così. Ho pianto. Sono scesa dall’autobus e ho pianto. Per il nervoso, per la tristezza per il senso di sconfitta che ho provato e provo. Come se questi giorni non fossero già dolorosi. È questo quello che siamo? È questo quello che vogliamo essere? Io non voglio crederci”.
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